2014-03-25 15:17:12

Ideologia del gender, eclissi della differenza, al centro del libro di Claudio e Laura Gentili


Una vera dittatura che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni. Il card. Bagnasco, presidente della Cei, ha definito così, aprendo lunedì il Consiglio permanente dei vescovi italiani, l’ideologia del "gender". Il porporato ha esortato i genitori a non farsi intimidire, evidenziando il rischio che le scuole si trasformino in “campi di rieducazione e indottrinamento”: esplicito il riferimento ai tre volumetti “Educare alla diversità” diffusi negli istituti italiani. Paolo Ondarza ha raccolto il commento di Claudio Gentili, direttore della rivista “La Società” della Fondazione Toniolo e autore con la moglie Laura del libro “L’eclissi della differenza” edito da Cantagalli:RealAudioMP3

R. – Il nostro libro non a caso ha un titolo, l’eclissi della differenza. L’eclissi è un tempo di buio. La differenza è la differenza che non è soltanto un’esperienza religiosa di cui parla la Genesi (maschio e femmina li creò), ma un portato della natura dell’uomo, una realtà. Bene, siamo nella realtà cancellata dal linguaggio. Il linguaggio nelle teorie del post-modernismo, della post-modernità, si costruisce e si decostruisce. L’idea del maschio e della femmina è risultato qualcosa di negativo per motivi seri. Io vedo nel movimento del gender qualcosa di molto simile al grande movimento marxista. Anche il marxismo nasce con l’idea di superare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e come lo fa? Con una diagnosi giusta e una terapia sbagliata: la cancellazione della libertà dell’uomo, l’omologazione. Oggi, siamo nello stesso livello. Bisogna capirlo bene il gender. Il gender nasce per evitare l’omofobia, il gender è un’ideologia che nasce con un’idea forte di giustizia, la giustizia fra un uomo e una donna: per evitare la supremazia maschile si appiattisce tutto. Allora, bisogna stare molto attenti per reagire in modo intelligente: un po’ con ironia. Io suggerirei per esempio ai papà e alle mamme che vedono nei documenti scolastici scritto genitore 1 e genitore 2, di cancellare questa espressione e di mettere invece papà al posto di genitore 1 e mamma al posto di genitore 2. Ha ragione Bagnasco, c’è un problema serio, però bisogna reagire con lo stile di Papa Francesco: con un sorriso e con l’idea che la verità non si afferma con la clava, ma si afferma con la capacità di guardare nel cuore delle persone e far scoprire che la differenza sessuale, l’essere maschi o l’essere femmine, è una grande bella notizia da annunciare ai bambini.

D. – Preoccupa il fatto che nelle scuole italiane non venga richiesto il parere o l’autorizzazione dei genitori quando si tenta di “rieducare” i ragazzi – questo è un termine sempre del cardinale Bagnasco – a una società che nega la differenza sessuale...

R. – Ogni ideologia è falsa coscienza. Siamo dentro a questa sbornia ideologica e oltre a essere falsa coscienza, l’ideologia è una sorta di cappa che ci obbliga sostanzialmente a pensarla tutti allo stesso modo. Quindi, quello che è importante capire è che c’è un diritto dei genitori a intervenire nell’educazione dei figli e c’è una volontà e una capacità dei genitori di non lasciare che queste ideologie vengano inculcate mancando di rispetto alla libertà delle persone.

D. – Cito sempre il cardinale Bagnasco che ha detto: “In Occidente tornano le dittature”. Che cosa comporta la negazione della differenza sessuale e perché, come lei diceva, questa è un’emergenza sociale ancor prima che ascrivibile alla sfera religiosa?

R. – Dobbiamo aiutare i nostri figli a essere introdotti nella realtà. L’educazione è introduzione alla realtà. L’ideologia è fuga della realtà. Io confido che i bambini e le bambine sappiano, con il loro intuito e con la capacità dei genitori di stare loro vicino, scoprire la bellezza della differenza sessuale e guardarsi dai limiti di questa eclissi della differenza che – io sono ottimista – come ogni eclissi avrà un inizio e, a breve, anche una fine.

D. – A fronte di questa eclissi, nella società – esorta il cardinale Bagnasco – dovrebbe sprigionarsi un brivido di rifiuto e di preoccupazione. Crede che ci sia questa percezione a livello sociale oggi?

R. – Io penso che non ci sia ancora questa percezione e, perché si crei, occorre che si facciano esperienze scioccanti: quando si faranno esperienze scioccanti ci sarà una reazione. Ma la migliore reazione è prepararsi. E’ tempo che i cattolici si rimettano a studiare perché il gender nasce nelle università, nasce nei circoli filosofici, nasce nelle lobby, e non si può rispondere semplicemente urlando “al lupo al lupo!”. Bisogna rispondere con grande raffinatezza culturale, cogliendo gli aspetti anche positivi che questa ideologia porta con sé – la lotta contro l’omofobia, l’esigenza di ridurre la discriminazione verso la donna, l’emancipazione femminile – e cogliendone gli aspetti negativi, cioè l’omologazione, risposta sbagliata a una domanda di giustizia.

D. – Ed è a questo itinerario di formazione che è finalizzato il testo “L’eclissi della differenza” che lei ha scritto insieme a sua moglie…

R . – Esatto.

Ultimo aggiornamento: 26 marzo







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