La giustizia pakistana ci riprova: è fissata nuovamente per oggi, dopo due rinvii,
la prima udienza nel processo di appello per Asia Bibi, la donna cristiana accusata
ingiustamente e condannata a morte per blasfemia. Lo riferisce all’agenzia Fides l’avvocato
cristiano Naeem Shakir, a capo del collegio difensivo della donna. L’avvocato sta
preparando le argomentazioni della difesa puntando a dimostrare che “le accuse a suo
carico sono state, sin dall’inizio, costruite ad arte”. Il processo ha già subito
due rinvii e l’amministrazione della Corte era in sciopero nei giorni scorsi, ma l’avvocato
dice di nutrire “buone speranze”. Intanto Asia è nel carcere femminile di Multan “in
buone condizioni di sicurezza e di salute”, dice a Fides Shakir: “La donna prega e
spera”.
Sul caso di Asia Bibi, in prigione da 4 anni, si è espresso di recente
il gruppo di lavoro del Parlamento Europeo sulla libertà di religione. In una nota
del 19 marzo, inviata a Fides, il gruppo, afferma: “Accogliamo con favore la decisione
dell’Alta Corte di Lahore di avviare il processo di appello per Asia Bibi. Prendiamo
atto con rammarico che, in due udienze, i giudici responsabili erano in congedo. Confidiamo
che i giudici designati siano presenti per la terza udienza”.
Il testo giunto
a Fides prosegue: “Chiediamo a tutti coloro che sono coinvolti nel caso di dare prova
di coraggio e di non cedere ad alcuna pressione o minaccia esterna. Chiediamo al governo
pakistano di salvaguardare l'indipendenza e il buon funzionamento dell’Alta Corte
di Lahore. Inoltre esortiamo le autorità pakistane a fornire protezione adeguata a
tutte le persone coinvolte nel caso, ora e dopo una eventuale, futura decisione giudiziaria”.
Il gruppo continuerà a seguire da vicino questo caso, come altri casi che riguardano
le leggi sulla blasfemia in Pakistan, che il Parlamento Europeo invita a riformare,
per evitarne gli abusi, o ad abrogare. (R.P.)