"In un Paese dove
la religione ha un grande riscontro nella vita pubblica, come gli Stati Uniti, la
popolarità di Papa Francesco ha assunto, durante il primo anno di pontificato, un
carattere particolare. Basti pensare che l'amministrazione della Casa Bianca ha riconosciuto
la leadership del vescovo di Roma proprio nel comunicato che annuncia la visita di
Obama a Roma". Così, Matteo Luigi Napolitano, docente di Storia delle relazioni
internazionali presso l’Università G. Marconi, presenta la prossima visita
del presidente degli Stati Uniti in Vaticano, in programma giovedì 27 marzo, il primo
incontro di Obama con l’attuale Papa. "La visita di Obama in Vaticano - aggiunge Napolitano
- avviene inoltre significativamente nell'ambito del 30mo anniversario dello stabilimento
di relazioni diplomatiche stabili tra Usa e Santa Sede, a cui si giunse attraverso
una lunga trattativa". "Le critiche all'attuale sistema economico contenute nell'Evangelii
gaudium hanno suscitato qualche reazione negativa tra gli intellettuali
statunitensi", commenta Alessandro Gisotti, giornalista della Radio Vaticana.
"Ma i sondaggi del Pew Research Center, scientificamente tra i più attendibili, dimostrano
che Francesco registra una popolarità e un'adesione altissime fra i cittadini a stella
e striscie e in particolare fra i cattolici, sia conservatori che progressisti. Viene
considerato, anche politicamente, un leader capace di cambiare le cose e che può quindi
portare benefici anche al Paese. Se le parole 'hope' e 'change' hanno contraddistinto
la prima campagna elettorale di Obama, oggi gli americani sembrano associare meglio
i termini 'Pope' e 'change'. Ed è significativo che Francesco non sia ancora andato
negli Usa, circostanza che si verificherà nel settembre 2015". "Obama ha bisogno
di questo incontro con molta più profondità e urgenza di Papa Francesco", aggiunge
John L. Allen, vaticanista del 'Boston Globe'. "I sondaggi ci dicono
che il presidente è in difficoltà e rischia di perdere il Senato alle elezioni di
mezzo termine. Ha dunque ha un gran bisogno del voto dei cattolici". "Se questo
è vero - commenta Gisotti - va ricordato che l'incontro non può ovviamente invece
assumere un significato di appoggio politico da parte del Papa. Possiamo invece aspettarci
intese sui temi della lotta alla povertà, della ricerca della pace, soprattutto in
Medio Oriente". "Mi aspetto un incontro in cui i rapporti siano caratterizzati
da un particolare afflato, almeno dal punto di vista formale", aggiunge Paolo
Messa, direttore di Formiche.net. "Non è cambiato il presidente americano
ma è cambiata la percezione dei cittadini americani nei confronti del Papa, grazie
al modo diretto di comunicare di Bergoglio che sicuramente ha colpito anche Obama.
E' un'occasione per rilanciare il ruolo della Santa Sede sullo scacchiere internazionale
in un momento drammaticamente segnato dal moltiplicarsi dei conflitti regionali".
(a cura di Fabio Colagrande)