Guinea Conakry: confermata epidemia di Ebola nel sud
Ha già provocato la morte di 59 persone, per lo più bambini, l’epidemia di Ebola nella
regione Forestière, al sud del Paese: il bilancio, che si aggrava di ora in ora, è
stato diffuso dalle autorità sanitarie locali e da Ong internazionali operative in
Guinea. Dallo scorso 9 febbraio sono stati registrati 80 casi, ma negli ultimi giorni
il numero dei contagi si è accelerato e il ceppo di febbre si è propagato da Guéckédou
alle altre località meridionali di Macenta e Kissidougou. La causa dell’epidemia riscontrata
al sud del Paese è stata accertata dopo il prelievo di vari campioni su vittime e
malati, analizzato in un laboratorio francese che ha identificato il virus di Ebola.
Nelle
ultime ore alcune fonti mediche internazionali, tra cui il Fondo Onu per l’infanzia
(Unicef), hanno segnalato due morti sospette nella periferia di Conakry, facendo temere
la propagazione dell’Ebola nella popolosa capitale, dove vivono due milioni di persone.
“In un Paese dove le infrastrutture sanitarie sono così carenti, una malattia come
questa può avere un effetto devastante” ha avvertito Mohamed Ag Ayoya, rappresentante
di Unicef nel Paese dell’Africa occidentale. Sulla base di prime analisi, l’Ebola
non sarebbe la causa della morte di due pazienti alle porte della capitale. Per misura
di precauzione e per non diffondere la psicosi tra i residenti di Conakry, il ministero
guineano della Sanità non si è ancora pronunciato ufficialmente.
Nella regione
Forestière, epicentro dell’epidemia, le autorità guineane e l’Unicef hanno già consegnato
cinque tonnellate di medicinali e dispositivi di protezione degli operatori sanitari
e per curare i malati. La sezione belga di Medici Senza Frontiere (Msf) – già intervenuta
in scenari simili in Uganda, Gabon e Angola – ha predisposto una struttura sanitaria
ad hoc di accoglienza e monitoraggio dei pazienti contagiati. Sul posto sono già al
lavoro 24 medici, infermieri ed esperti dell’igiene.
La patologia si manifesta
con una grave febbre emorragica, diarrea e vomito; tutti sintomi potenzialmente riconducibili
ad altre malattie diffuse nella zona quali colera e febbre gialla. L’indice di mortalità
può raggiungere il 90% delle persone infette; attraverso il contatto diretto, in particolare
durante i riti funebri, il contagio è molto rapido. Anche il consumo di carne di bestiame
contagiato è fonte di contaminazione dei soggetti sani. Non esiste alcun trattamento
specifico all’Ebola, virus manifestatosi per la prima volta nel 1976 nell’allora Zaire
e che si ripresenta ciclicamente in diversi Paesi dell’Africa centrale ed occidentale.
(R.P.)