2014-03-23 08:18:42

La santità di Giovanni XXIII raccontata in un libro di Stefania Falasca


“Giovanni XXIII, in una carezza la rivoluzione”. E’ il titolo di un libro della giornalista Stefania Falasca, pubblicato in questi giorni dalla Rizzoli in vista della Canonizzazione di Papa Roncalli, il 27 aprile prossimo assieme a Giovanni Paolo II. Il volume ripercorre la storia della Causa di Canonizzazione di Giovanni XXIII e si sofferma sulle motivazioni che hanno portato alla proclamazione della sua santità da parte di Papa Francesco. Alessandro Gisotti ha chiesto a Stefania Falasca di spiegare l’eccezionalità di questa Canonizzazione:RealAudioMP3

R. – E’ una canonizzazione che certamente rappresenta un gesto significativo perché ha una procedura eccezionale: quella della canonizzazione pro gratia, cioè Giovanni XXIII viene iscritto tra i Santi per grazia, quindi in assenza di un miracolo, che normalmente è la prassi di una Causa di Canonizzazione. Le ragioni principali sono due: la prima è l’eccezionale vastità del culto liturgico che già ha Giovanni XXIII; l’altro motivo è che la richiesta era venuta dagli stessi Padri del Concilio Vaticano II, che auspicarono addirittura un’immediata Canonizzazione come atto del Concilio stesso.

D. – Questa Canonizzazione, ovviamente, ha tanto a che vedere anche con il Concilio Vaticano II: in qualche modo, con la Canonizzazione di Papa Roncalli si rinnova l’urgenza dell’attuazione del Concilio …

R. – Una spinta in questo senso ma soprattutto nel suo insieme, nell’insieme che è stato l’evento del Concilio. Nella autentica ispirazione di Giovanni XXIII, è stata questa la sua idea-chiave: la continuità nel rinnovamento, la fedeltà nel progresso che sono proprie di un evento dello Spirito. La memoria di Giovanni XXIII è quindi quella di un Papa del Concilio che interroga allora sul modo in cui i cristiani di oggi guardano il mondo e come vi operano. Gli stessi ortodossi consideravano Giovanni XXIII un Santo, e lo consideravano come Patrono del movimento ecumenico avviato appunto da Giovanni XXIII. Ci fu una riunione importante in cui, da parte dei cattolici venne proposto Josafat, come patrono di questo cammino ecumenico, ma gli stessi ortodossi russi chiesero Papa Giovanni.

D. – Se uno vuole trovare con immediatezza un anello di congiunzione tra i due Papi, tra Roncalli e Bergoglio, pensa subito alla misericordia …

R. – Sicuramente è essenzialmente questo. Nel discorso che Papa Francesco ha pronunciato il 3 giugno scorso, diceva appunto che in Roncalli c’era questo aspetto preponderante della bontà: l’essenziale! Un prete con questo aspetto legato alla paternità ecclesiale, alla paternità profonda, come la intende Jorge Mario Bergoglio, dell’esercizio del ministero sacerdotale ma anche petrino. E' questa concezione della Chiesa, questo senso di “padre” ma anche “madre” che allarga le braccia. E noi abbiamo quasi una sorta di incarnazione di questa figura iconica della visione della Chiesa materna. La medicina della Chiesa è la misericordia: l’ha detto Giovanni XXIII appunto nel discorso inaugurale del Concilio Vaticano II. Quindi, è chiaro che le affinità tra questi due pontefici ci sono, soprattutto nel solco di un comune sentire la Chiesa, di un comune sentire con la Chiesa.







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