Il Papa: incontrare Gesù ci cambia la vita, la misericordia è più grande dei pregiudizi
“Il Signore è più grande dei pregiudizi”. E’ quanto affermato da Papa Francesco all’Angelus
di ieri in Piazza San Pietro, dedicato all’incontro tra Gesù e la donna samaritana,
raccontato dal Vangelo domenicale. Il Papa ha sottolineato che tutti siamo alla ricerca
dell’acqua viva della Misericordia ed ha soggiunto che la Quaresima è il tempo opportuno
per “guardarci dentro”. Il Pontefice ha infine dato appuntamento, venerdì prossimo,
alla Giornata penitenziale “24 ore per il Signore”. Sarà, ha detto, "una festa del
perdono". Il servizio di Alessandro Gisotti:
Un gesto che
supera “le barriere di ostilità”, un dialogo che “rompe gli schemi di pregiudizio
nei confronti delle donne”. Papa Francesco sintetizza così l’incontro tra Gesù e la
donna Samaritana al pozzo, narrato dal Vangelo. E mette l’accento su quel “dammi da
bere” pronunciato dal Signore:
“La semplice richiesta di Gesù è l’inizio
di un dialogo schietto, mediante il quale Lui, con grande delicatezza, entra nel mondo
interiore di una persona alla quale, secondo gli schemi sociali, non avrebbe dovuto
nemmeno rivolgere la parola. Ma Gesù lo fa! Gesù non ha paura. Gesù quando vede una
persona va avanti, perché ama. Ci ama tutti. Non si ferma mai davanti ad una persona
per pregiudizi!
Gesù, soggiunge il Papa, pone la Samaritana “davanti alla
sua situazione, non giudicandola ma facendola sentire considerata, riconosciuta, e
suscitando così in lei il desiderio di andare oltre la routine quotidiana”.
Quella di Gesù del resto, prosegue il Papa, “era sete non tanto di acqua, ma di incontrare
un’anima inaridita”. Gesù, infatti, “aveva bisogno di incontrare la Samaritana per
aprirle il cuore: le chiede da bere per mettere in evidenza la sete che c’era in lei
stessa”:
“La donna rimane toccata da questo incontro: rivolge a Gesù quelle
domande profonde che tutti abbiamo dentro, ma che spesso ignoriamo. Anche noi abbiamo
tante domande da porre, ma non troviamo il coraggio di rivolgerle a Gesù! La Quaresima,
cari fratelli e sorelle, è il tempo opportuno per guardarci dentro, per far emergere
i nostri bisogni spirituali più veri, e chiedere l’aiuto del Signore nella preghiera”.
E anche oggi, esorta il Pontefice, dobbiamo seguire l’esempio della Samaritana
e chiedere l’acqua che ci disseterà in eterno. Il Vangelo, rileva poi Francesco, “dice
che i discepoli rimasero meravigliati che il loro Maestro parlasse con quella donna”.
“Ma il Signore è più grande dei pregiudizi, per questo non ebbe timore
di fermarsi con la Samaritana: la misericordia è più grande del pregiudizio. Questo
dobbiamo impararlo bene! La misericordia è più grande del pregiudizio e Gesù è tanto
misericordioso, tanto!”
Ecco allora che la Samaritana “corse in città a
raccontare la sua esperienza straordinaria. Era andata a prendere l’acqua del pozzo,
e ha trovato un’altra acqua, l’acqua viva della misericordia che zampilla per la vita
eterna”. “Ha trovato l’acqua – ribadisce il Papa – che cercava da sempre” e annuncia
a quel villaggio che "la condannava e rifiutava" di aver incontrato il Messia:
“Uno
che le ha cambiato la vita, perché ogni incontro con Gesù ci cambia la vita. Sempre.
E’ un passo più avanti, un passo più vicino a Dio. E così ogni incontro con Gesù ci
cambia la vita. Sempre! Sempre è così”.
In questo Vangelo, prosegue, troviamo
anche noi lo stimolo a “lasciare la nostra anfora”, simbolo di tutto ciò che "apparentemente
è importante, ma che perde valore di fronte all’amore di Dio":
“Tutti ne
abbiamo una o più di una! Io domando a voi, anche a me: ‘Qual è la tua anfora interiore,
quella che ti pesa, quella che ti allontana da Dio?’ Lasciamola un po’ da parte e
col cuore sentiamo la voce di Gesù che ci offre un’altra acqua, un’altra acqua che
ci avvicina al Signore”.
Anche noi, è l’invito del Papa, siamo dunque
“chiamati a riscoprire l’importanza e il senso della nostra vita cristiana, iniziata
nel Battesimo e, come la Samaritana, a testimoniare” la gioia dell'incontro con il
Signore:
“Testimoniare la gioiadell’incontro con Gesù, perché
ho detto che ogni incontro con Gesù ci cambia la vita ed anche ogni incontro con Gesù
ci riempie di gioia, quella gioia che viene da dentro. E così è il Signore. E raccontare
quante cose meravigliose sa fare il Signore nel nostro cuore, quando noi abbiamo il
coraggio di lasciare da parte la nostra anfora”.
Al momento dei saluti
ai pellegrini, almeno 40 mila, il Papa ha ricordato la ricorrenza della Giornata Mondiale
della Tubercolosi, invitando a pregare “per tutte le persone colpite da questa malattia,
e per quanti in diversi modi le sostengono”. Quindi, ha sottolineato che venerdì e
sabato prossimi si vivrà “uno speciale momento penitenziale”, chiamato “24 ore per
il Signore” che inizierà con la Celebrazione nella Basilica di San Pietro:
“Sarà
- possiamo chiamarla così - la festa del perdono, che avrà luogo anche in molte diocesi
e parrocchie del mondo. Il perdono che ci dà il Signore si deve festeggiare, come
ha fatto il padre della parabola del figliol prodigo, che quando il figlio è tornato
a casa ha fatto festa, dimenticandosi di tutti i suoi peccati. Sarà la festa del perdono”.
Dal Papa, infine, anche un saluto ai partecipanti e agli organizzatori
della Maratona di Roma. “Un bell’evento sportivo - ha detto - della nostra città”.