2014-03-22 11:27:02

“Francescani per l’ecologia”: riflessioni sull’ambiente ispirate a tre Papi, Bergoglio, Ratzinger e Wojtyla


Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco e la salvaguardia del Creato: è questo il cuore della riflessioni “Francescani per l’ecologia”, diffusa dalla Commissione interfrancescana di giustizia, pace e integrità del Creato. Pubblicata in occasione della Giornata mondiale dell’acqua e nel 35.mo anniversario della proclamazione di San Francesco d’Assisi a “Celeste patrono dei cultori dell’ecologia” - avvenuta nel 1979 per volere di Giovanni Paolo II che siglò la bolla Inter sanctos - la riflessione vuole proporre “un testo suggestivo sulla consapevolezza e sull’impegno ecologico”. Il testo parte da una premessa: in passato, erano gli uomini a temere la natura, mentre negli ultimi due secoli “la situazione si è capovolta”, a causa di una “cultura dello scarto, cultura dello spreco e cultura della rottamazione”. “Atteggiamenti che – scrivono i Francescani – come ci ha ricordato Papa Francesco fin dai primi giorni del suo pontificato, sono innanzitutto antiumani e tradiscono in radice la vocazione umana, non solo cristiana, del custodire”, con conseguenze dannose. Tali comportamenti, infatti, “impoveriscono la Terra di tutti, rendendola più fragile e mettendo a rischio l’ambiente che le generazioni dopo di noi riceveranno in eredità, contravvenendo così a ogni responsabilità nei loro confronti”. Guardando, poi, alla figura di San Francesco d’Assisi, il quale intuì come “il naturale indichi e partecipi al sovrannaturale”, i francescani riprendono gli insegnamento di questi tre Papi sul tema dell’ecologia, a partire da Giovanni Paolo II e dal suo messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1990: pace con Dio creatore, pace con tutto il creato. “Da quel momento – sottolinea il documento - espressioni quali ‘vocazione ecologica’ e ‘conversione ecologica’ entrano a pieno titolo nel vocabolario cattolico”. Quanto a Benedetto XVI, i francescani evidenziano come il suo insegnamento sull’ecologia “resti fino a oggi quello maggiormente sviluppato da un Papa su questo tema”: basti citare l’Enciclica Caritas in veritate: “La Chiesa ha una responsabilità per il Creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico”, difendendo “non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti”, ma soprattutto “proteggendo l’uomo contro la distruzione di se stesso”. (n. 51). Infine, Papa Francesco “ci ha abituati fin da subito a un’ecologia a carattere integrale”: nell’omelia per la Messa di inizio pontificato, il 19 marzo 2013, Papa Bergoglio ha infatti detto che “quando non ci prendiamo cura del Creato e dei fratelli, allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce”. Il documento dei francescani mette poi in guardia da “ogni manipolazione di dottrine religiose in senso antiecologico” e dedica ampio spazio sia alla partecipazione dei frati alla Conferenza delle Nazioni Unite “Rio+20”, svoltasi a Rio de Janeiro nel giugno 2012, sia all’opera di advocacy all’Onu di Franciscans International “per affrontare casi di ingiustizia ambientale o per migliorare le politiche nazionali in modo da proteggere popolazioni e pianeta”. Infine, i discepoli del ‘Poverello di Assisi’ invitano ad evitare da una parte gli “atteggiamenti estremi” che possono trasformare “l’ecoattivismo in ecoterrorismo”, e dall’altra quel “sonnambulismo irresponsabile” che rifiuta il problema. Il comportamento più corretto, allora, sarà fatto di “piccoli e concreti passi” compiuti da “uomini e donne di buona”, perché “insieme, è possibile”. (A cura di Isabella Piro)







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