Crisi Ucraina. Irruzione nella base di Belbek. Il Canada accusa la Russia di minare
la stabilità internazionale
Le forze russofone hanno fatto irruzione nella base ucraina di Belbek, in Crimea.
Intanto oltre 16mila soldati di Kiev presenti nella penisola hanno deciso di prestare
servizio per la Russia. E dal Canada il premier Harper accusa il presidente Putin
di mettere a repentaglio la stabilità internazionale nel suo complesso. In questo
scenario il premier ucraino Yatseniuk chiede aiuti energetici all’Europa. Massimiliano
Menichetti:
In
Crimea, dopo giorni di assedio e la scadenza dell’ultimatum di questa mattina, un
blindato russo ha sfondato il cancello della base militare ucraina di Belbek, a Sebastopoli.
Le truppe fedeli a Kiev, anche se assediate, si erano rifiutate di abbandonare la
struttura, ora hanno mediato la resa. Sempre oggi un gruppo di circa 200 persone disarmate
ha fatto irruzione in un'altra installazione militare di Kiev, a Novofederovka, nell'ovest
della penisola annessa da Mosca, mentre alcune migliaia di filorussi manifestavano
a Donetsk e centinaia a Kharkiv, due importanti città dell’Ucraina russofona. In questo
scenario circa 16mila militari ucraini hanno deciso di cambiare uniforme e schierarsi
con il Cremlino, per loro attivato un piano d’incorporamento. Sul fronte internazionale
il premier canadese Stephen Harper accusa il presidente russo, Vladimir Putin, di
spingere altre nazioni ad "armarsi", mettendo così a repentaglio la stabilità internazionale.
Significativo sarà, la prossima settimana, l’incontro a l’Aja tra il capo della diplomazia
di Mosca, Lavrov e il segretario di Stato americano, Kerry, sul tappeto le dure reazioni
di Usa ed Europa dopo l’appoggio della Russia alla secessione della Crimea. Intanto
il premier ucraino Yatseniuk, all’indomani dell’accodo di associazione con l’Ue, ha
chiesto aiuto per le forniture energetiche, mentre il parlamento di Strasburgo si
prepara a varare un pacchetto di finanziamenti da 11 miliardi di euro.
Per
una analisi dell’azione militare di Mosca, Marco Guerra ha raccolto il commento
di Andrea Margelletti, direttore del Centro studi internazionali:
R. – Dal punto
di vista militare, Mosca si è mossa in punta di piedi e i colpi sparati sono stati
sulle dita di una mano. Si è mossa, quindi, con un’attenta pianificazione, in maniera
estremamente avveduta. La chiarezza politica di Mosca e la predominanza, dal punto
di vista militare, è semplicemente assoluta. La politica si fa con tutti gli strumenti,
compreso quello militare. La capacità di avere una difesa efficiente continua ad essere
determinante per il peso politico di una nazione.
D. – Kiev e l’Occidente hanno
sottovalutato l’importanza strategica delle basi russe in Crimea e dello sbocco sul
Mar Nero. Ecco, Mosca non avrebbe mai rinunciato a questo...
R. – Sicuramente
l’Occidente lo sapeva. Chi ci ha giocato sopra è stato il governo di Kiev che, con
una serie di iniziative, ha dato la possibilità e la scusante a Mosca di comportarsi
come ha fatto.
D. – Questa iniziativa di Mosca ha fatto allarmare come non
mai dalla fine della guerra fredda e alcuni parlano anche di potenziali aree di conflitto,
per esempio nei Paesi baltici – Estonia e Lituania – dove c’è una forte minoranza
russa. Insomma le mire pan russe di Mosca sono finite qui?
R. – Lo scontro
Russia-Nato non è proprio contemplato. I Paesi baltici sono Paesi Nato e la Russia
non ha né motivo né ragione di aprire la terza guerra mondiale. Cerchiamo di stare
tutti molto, ma molto più sereni.
D. – Cos’è prevedibile che faccia la Nato
adesso? Quali saranno i passi, oltre a queste sanzioni, che non sono molto efficaci?
R.
– Sul fronte militare non succede nulla. Nessuno vuole morire per la Crimea, non c’è
alcun interesse. Non sono morti per la Crimea gli ucraini a Kiev, si figuri se c’è
l’interesse di fare un’operazione militare, che non avrebbe alcuna ragione storica,
politica e militare. L’Ucraina non può entrare nella Nato ed esistono peraltro delle
regole, tra cui quella di non avere basi straniere sul proprio territorio. Non è interesse
di nessuno avere l’Ucraina nella Nato, in questo contesto, in questo momento, perché
si andrebbe verso una criticità nei confronti di Mosca, che sinceramente nessuno vuole.
L’Ucraina non è nell’Unione Europea, non è nella Nato, quindi gli Stati dell’Unione
e della Nato non hanno alcun titolo per fare una difesa militare dell’Ucraina. Qualcuno
dice: “Invochiamo l’art. 5”, ma gli articoli Nato sono per difendere i Paesi della
Nato.