2014-03-21 15:19:15

Ucraina firma accordo associazione con Ue. Senato russo: sì annessione Crimea


La crisi ucraina ancora al centro della cronaca internazionale. Dopo le sanzioni reciproche di ieri tra Russia e Stati Uniti, oggi nuova giornata decisiva. Il Senato di Mosca, così come aveva fatto la Duma, ha votato favorevolmente all’annessione della Crimea, mentre a Bruxelles è stata firmata la parte politica dell’accordo di associazione tra Unione Europea e Ucraina. Intanto, il primo ministro russo, Medvedev, ha ricordato che Kiev ha un debito di 16 miliardi di dollari con Mosca per forniture di gas. Sulle ricadute economiche degli eventi di questi giorni, Giancarlo La Vella ha parlato con l’economista, Francesco Carlà:RealAudioMP3

R. – Le ricadute economiche ci sono da parecchi lati: l’Ucraina chiaramente si impoverisce e cerca aiuto dall’Unione Europea, dall’estero. Il Giappone si è offerto di offrire un finanziamento di un miliardo di dollari. L’Europa e anche l’Italia rischiano alcuni business molto importanti, come ad esempio la mega opera a South Stream che vale dieci miliardi di dollari. Ma anche la Russia hai i suoi problemi, perché sia le solite agenzie Fitch e Standard and Poor’s hanno degradato l’outlook di Mosca. Quindi anche lì, ci saranno delle ripercussioni per tutti i titoli di Stato russi.

D. – Se la Russia dovesse chiedere il rientro immediato dei debiti per le forniture di gas a Kiev, questa cosa ricadrebbe in qualche modo anche sull’Europa?

R. – Qui l’escalation è di tre tipi. Mediatica, con continui comunicati anche da parte di Stati Uniti, Europa, Russia, Ucraina. Militare, con le scaramucce nelle zone russofone. E naturalmente ripercussioni economiche, finanziarie, minacce e cose di questo tipo. Quindi, dal combinato disposto di questi tre fronti possono nascere i profili più delicati e preoccupanti per i prossimi giorni.

D. – Guardando al futuro, si corre il rischio che si ricrei un mondo a blocchi contrapposti?

R. – Intanto, dal punto di vista politico l’Unione Europea ha detto che il G8 non esiste più. Quindi, Mosca sta già subendo le sue ripercussioni. Che si crei un mondo, di nuovo da un punto di vista economico, simile a quello del periodo della Guerra Fredda, del Muro di Berlino, ho molti più dubbi perché le interrelazioni di tipo finanziario, industriale ed economico sono molto più ampie, complesse e stratificate. Credo sia possibile che tutte le parti trovino molto sgradevole proseguire eccessivamente su questa linea. Non credo che dal punto di vista economico e finanziario sia molto conveniente. Naturalmente, restano gli scenari militari, per i quali è molto più difficile stabilire i confini e i termini.







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