2014-03-21 08:23:57

Thailandia: la Corte costituzionale ha invalidato le legislative del 2 febbraio


Con la sentenza di annullamento da parte della Corte costituzionale della tornata elettorale de 2 febbraio, si apre un nuovo capitolo nella lunga crisi thailandese. Il governo è sempre meno in grado di operare, mentre,e l'opposizione è incerta davanti alla tenacia dell'esecutivo e al rischio di scontro aperto con i filo-governativi. Il servizio da Bangkok, di Stefano Vecchia:RealAudioMP3

Con 6 giudici a favore e 3 contrari, la Corte costituzionale thailandese ha decretato l'illegalità della consultazione elettorale del 2 febbraio. Al centro della decisione, il moltiplicarsi delle scadenze per l'impossibilità di molti elettori di accedere ai seggi o alle schede dato il boicottaggio da parte dell'opposizione. La legge elettorale, basata su una prescrizione della costituzione del 2007 impegna infatti al voto in una sola tornata .Le elezioni anticipate erano state chieste a gennaio dal primo ministro nel tentativo di opporsi alle crescenti proteste con la richiesta di dimissioni e al ritiro dal parlamento di tutti i rappresentanti dell'opposizione. Durante la campagna elettorale e nelle giornate del voto, le azioni di boicottaggio avevano impedito la registrazione dei candidati in 28 circoscrizioni e la chiusura di almeno il 10% delle sezioni elettorali. Il governo aveva risposto confermando la validità del voto e organizzando nuove tornate suppletive. In base a questo, la Commissione elettorale aveva indicato due nuove date nel mese si aprile, ma allo stesso tempo aveva avvisato che non essendo stato possibile costituire un nuovo governo entro 30 giorni dall'elezione primaria, questa poteva risultare inutile, rimandando alla Corte costituzionale una decisione. La Corte, aveva già accolto un appello dell'opposizione e in base a questa ha oggi sentenziato la nullità del voto.
Per il governo, che è privato della maggior arte dei poteri dalla sua situazione di provvisorietà e che si trova ad affrontare diversi giudizi, due dei quali, da parte della Commissione nazionale anti-corruzione a carico della premier Yingluck Shinawatra, ha definito “un cattivo precedente”la sentenza che comunque rappresenta un'ulteriore delegittimazione dell'esecutivo la cui sorte sta segnando il paese da mesi davanti alla protesta di piazza e alle crescenti pressioni legali e giuridiche.







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