2014-03-21 16:02:35

Nasce la Carta che tutela i diritti dei figli di genitori detenuti


Firmato un Protocollo d’intesa a tutela dei diritti di 100 mila bambini e adolescenti che in Italia, ogni giorno, entrano in carcere per incontrare i genitori detenuti. La Carta, siglata dal Ministero della Giustizia, dall’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza e dall’associazione "Bambinisenzasbarre" riconosce, in particolare, il diritto dei minorenni alla continuità del proprio legame affettivo con il genitore detenuto. Su questo Protocollo, Amedeo Lomonaco ha intervistato il presidente dell’associazione Bambinisenzasbarre Lia Sacerdote:RealAudioMP3

R. - Questa Carta raccoglie, in otto articoli, gli aspetti più importanti, cruciali, per rispettare questa infanzia che vive l’esperienza di avere un genitore detenuto. Ed è la prima volta, in Europa, che viene firmata una Carta di questo genere; una Carta che raccoglie però le raccomandazioni, le leggi che esistono in Europa e nel nostro Paese.

D. - È un Protocollo che crea particolari sinergie …

R. - È una Carta che crea un’alleanza tra enti che devono lavorare insieme su questo tema: Ministero della giustizia, Garante dell’Infanzia e un’associazione come “Bambini senza sbarre, che da 12 anni si occupa in particolare di questo tema. Questa è la cosa nuova. E’ un impegno che bisogna assumersi ciascuno per la sua parte.

D. - Quali i principi fondamentali contenuti in questa Carta?

R. - Prima di tutto, il mantenimento della relazione che comprende tutti gli altri; poi il luogo di detenzione, che deve essere vicino al figlio, che ci siano delle attenzioni rispetto al genitore detenuto, sapendo che per il bambino questo genitore non deve perdere la propria autorità. E poi che il carcere si attrezzi per accogliere adeguatamente questi bambini che devono essere accompagnati a questa esperienza.

D. - Oltre all’Italia anche altri Paesi adotteranno questo Protocollo?

R. - Anche all’interno di una rete europea porteremo questo Protocollo che verrà esteso senz’altro agli altri Paesi. Quindi c’è un’attenzione speciale per questi bambini, che non devono essere emarginati ma che vivono questa esperienza e che richiedono attenzione.








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