Nasce la Carta che tutela i diritti dei figli di genitori detenuti
Firmato un Protocollo d’intesa a tutela dei diritti di 100 mila bambini e adolescenti
che in Italia, ogni giorno, entrano in carcere per incontrare i genitori detenuti.
La Carta, siglata dal Ministero della Giustizia, dall’Autorità Garante dell’Infanzia
e dell’Adolescenza e dall’associazione "Bambinisenzasbarre" riconosce, in particolare,
il diritto dei minorenni alla continuità del proprio legame affettivo con il genitore
detenuto. Su questo Protocollo, Amedeo Lomonaco ha intervistato il presidente
dell’associazione Bambinisenzasbarre Lia Sacerdote:
R. - Questa
Carta raccoglie, in otto articoli, gli aspetti più importanti, cruciali, per rispettare
questa infanzia che vive l’esperienza di avere un genitore detenuto. Ed è la prima
volta, in Europa, che viene firmata una Carta di questo genere; una Carta che raccoglie
però le raccomandazioni, le leggi che esistono in Europa e nel nostro Paese.
D.
- È un Protocollo che crea particolari sinergie …
R. - È una Carta che crea
un’alleanza tra enti che devono lavorare insieme su questo tema: Ministero della giustizia,
Garante dell’Infanzia e un’associazione come “Bambini senza sbarre, che da 12 anni
si occupa in particolare di questo tema. Questa è la cosa nuova. E’ un impegno che
bisogna assumersi ciascuno per la sua parte.
D. - Quali i principi fondamentali
contenuti in questa Carta?
R. - Prima di tutto, il mantenimento della relazione
che comprende tutti gli altri; poi il luogo di detenzione, che deve essere vicino
al figlio, che ci siano delle attenzioni rispetto al genitore detenuto, sapendo che
per il bambino questo genitore non deve perdere la propria autorità. E poi che il
carcere si attrezzi per accogliere adeguatamente questi bambini che devono essere
accompagnati a questa esperienza.
D. - Oltre all’Italia anche altri Paesi
adotteranno questo Protocollo?
R. - Anche all’interno di una rete europea porteremo
questo Protocollo che verrà esteso senz’altro agli altri Paesi. Quindi c’è un’attenzione
speciale per questi bambini, che non devono essere emarginati ma che vivono questa
esperienza e che richiedono attenzione.