Chiese in Europa. I vescovi invitano al voto: "Sosteniamo il progetto europeo"
L’esito delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo “darà forma alla legislatura
Ue per i prossimi cinque anni e avrà rilevanti implicazioni per coloro che guideranno
l’Unione”. L’assemblea plenaria del Comece (Commissione degli episcopati della Comunità
europea) ha diffuso ieri, nel corso della Plenaria di primavera, una dichiarazione
pubblica in vista del voto del 22-25 maggio. Il documento - riferisce l'agenzia Sir
- è stato presentato a Bruxelles dal presidente Comece, card. Reinhard Marx, a poche
ore di distanza dall’inizio di un importante riunione del Consiglio europeo, che tratta
della situazione in Ucraina e di temi economici e durante il quale non mancheranno
ampi riferimenti alle stesse elezioni per l’Eurocamera.
Secondo i vescovi
europei, dunque, “è essenziale che i cittadini Ue partecipino al processo democratico
esprimendo il loro voto il giorno delle elezioni. Più elevata sarà l’affluenza, più
forte sarà la nuova legislatura”. “Sentiamo come nostro dovere, quali vescovi della
Comece, di offrire orientamenti all’elettore formandone la coscienza, e desideriamo
farlo sottolineando le questioni di rilievo, valutandole attraverso il prisma della
dottrina sociale cattolica”. I vescovi si augurano che tali “raccomandazioni possano
essere ascoltate con favore anche da parte di tutti gli uomini e le donne di buona
volontà che hanno a cuore il successo del progetto europeo”.
I vescovi ribadiscono
il diritto e il dovere del voto. Sottolineano quindi la gravità del momento connessa
alla crisi economica che perdura dal 2008. Al contempo aggiungono che “il messaggio
cristiano è un messaggio di speranza”: dunque “è nostra convinzione che il progetto
europeo sia ispirato da una visione nobile del genere umano. Singoli cittadini, comunità
e anche Stati-nazione devono essere capaci di mettere da parte l’interesse particolare
alla ricerca del bene comune”. I vescovi Ue richiamano in proposito l’esortazione
“Ecclesia in Europa” di Papa Giovanni Paolo II del 2003, ritenuta “un testo di speranza”,
ed è “con ferma convinzione in un futuro migliore che la Chiesa si accosta alla sfida
europea”.
Il documento Comece si concentra poi su 8 aree specifiche delle
politiche comunitarie. “È importante - vi si legge - che il susseguirsi dei passi
nella direzione dell’unità all’interno dell’Ue non sacrifichi il principio di sussidiarietà,
un pilastro basilare dell’unica famiglia di Stati-nazione che costituiscono l’Ue,
né comprometta le risalenti tradizioni prevalenti tra gli Stati membri”. Secondo:
“Un altro pilastro dell’Unione, ma anche un principio posto alla base della dottrina
sociale, è quello della solidarietà. Occorre fare in modo che esso guidi le politiche
a ogni livello all’interno dell’Ue”; “dobbiamo costruire un mondo differente, con
la solidarietà al suo cuore”.
Quindi, terzo aspetto, “è essenziale ricordare
che tutte le aree delle politiche socio-economiche sono sorrette da una visione dell’uomo
radicata in un profondo rispetto della dignità umana. La vita umana deve essere protetta
dal momento del concepimento fino a quello della morte naturale. La famiglia, quale
elemento costruttivo fondamentale della società, deve anch’essa godere della protezione
di cui necessita”. Seguono specifiche annotazioni sui movimenti migratori, segnalando
che “la responsabilità dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti e dei richiedenti
asilo deve essere condivisa in maniera proporzionata dagli stati membri”.
Infine
il documento Comece richiama i temi ambientali, la libertà religiosa (“è una caratteristica
fondamentale di una società tollerante e aperta”), le “misure volte a proteggere il
giorno di riposo settimanale comunemente condiviso, che è la domenica” e, non ultimo,
il “cambiamento demografico”. I vescovi ricordano che l’Ue “è a un punto di svolta”,
e dunque va sostenuta, perché “abbiamo troppo da perdere da un eventuale deragliamento
del progetto europeo”. La dichiarazione dei vescovi si chiude con un appello: “È essenziale
che tutti noi cittadini europei ci rechiamo ai seggi elettorali il 22-25 maggio. Noi
vescovi raccomanderemo che il voto venga espresso in risposta alle sollecitazioni
di una coscienza informata”. (R.P.)