2014-03-20 09:28:01

Centrafrica: appello al disarmo alla popolazione di Bangui


“Consegnare senza alcuna condizione tutte le armi detenute” e “aspettare l’avvio del programma di disarmo, smobilitazione e reinserimento”: è l’appello diffuso alla radio nazionale centrafricana dal ministro della Difesa Thomas Théophile Timangoa, rivolto alla popolazione di Bangui. Il disarmo dei civili in possesso di armi e munizioni - riporta l'agenzia Misna - sarà attuato dalle forze armate centrafricane in collaborazione con le truppe francesi di Sangaris e i soldati africani della Misca. “L’esercito, nella sua missione di protezione delle persone e dei beni, tratterà chi non rispetta la richiesta di disarmo come potenziali bersagli militari” ha avvertito il ministro.

Nella capitale sul piano della sicurezza la situazione sta lentamente migliorando, ma permangono forti tensioni nel quartiere Pk5, teatro ieri di intense sparatorie che hanno costretto centinaia di residenti a fuggire in zone vicine. A riprova di una normalizzazione, l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim) ha segnalato una netta diminuzione del numero degli sfollati, da 700.000 a 200.000 persone raccolte in 50 e non più di 70 siti. Nel principale campo sfollati della capitale, quello di M’poko, nei pressi dell’aeroporto, Medici Senza Frontiere (Msf) ha annunciato che gli occupanti sono passati da 100.000 a 60.000. Ma ong e fonti medico-sanitarie sottolineano che “il movimento di ritorno a casa rimane ancora timido”: colpi d’arma da fuoco, tensioni e disordini notturni nei quartieri spingono ancora la gente ad andare a dormire nei campi. Il gruppo più vulnerabile è quello della popolazione musulmana “che non si sente ancora in sicurezza, quindi rimane laddove gode di maggior protezione fisica” ha riferito Giuseppe Loprete, capo missione dell’Oim.

Nelle prossime ore a rendere visita agli sfollati della crisi centrafricana è l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, in visita a Bangui. Sono previsti colloqui con la Presidente di transizione Catherine Samba Panza, con alcuni ministri ma anche con rappresentanti dell’Unione Africana e della Comunità economica dei paesi dell’Africa centrale (Ceeac). Nel frattempo un gruppo di esperti inviati dall’Onu, ha confermato che armi libiche, in particolare missili antiaerei portatili, sono stati consegnati al Centrafrica, ma non sarebbero state ancora individuate sul terreno. Pochi giorni fa la Misca ha smantellato un “arsenale da guerra impressionante” nei pressi dell’aeroporto internazionale di Bangui, sulla base di informazioni fornite dai residenti.

Nella capitale centrafricana è inoltre atteso l’inviato speciale dell’Organizzazione della Conferenza Islamica (Oci), l’ex ministro degli Esteri senegalese Cheikh Tidiane Gadio, con il mandato di “aiutare musulmani, cristiani e le altre comunità spirituali a riallacciare il dialogo per salvare il Paese”, unica strada per “ritrovare pace e sicurezza”. (R.P.)







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