Centrafrica: appello al disarmo alla popolazione di Bangui
“Consegnare senza alcuna condizione tutte le armi detenute” e “aspettare l’avvio del
programma di disarmo, smobilitazione e reinserimento”: è l’appello diffuso alla radio
nazionale centrafricana dal ministro della Difesa Thomas Théophile Timangoa, rivolto
alla popolazione di Bangui. Il disarmo dei civili in possesso di armi e munizioni
- riporta l'agenzia Misna - sarà attuato dalle forze armate centrafricane in collaborazione
con le truppe francesi di Sangaris e i soldati africani della Misca. “L’esercito,
nella sua missione di protezione delle persone e dei beni, tratterà chi non rispetta
la richiesta di disarmo come potenziali bersagli militari” ha avvertito il ministro.
Nella
capitale sul piano della sicurezza la situazione sta lentamente migliorando, ma permangono
forti tensioni nel quartiere Pk5, teatro ieri di intense sparatorie che hanno costretto
centinaia di residenti a fuggire in zone vicine. A riprova di una normalizzazione,
l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim) ha segnalato una netta diminuzione
del numero degli sfollati, da 700.000 a 200.000 persone raccolte in 50 e non più di
70 siti. Nel principale campo sfollati della capitale, quello di M’poko, nei pressi
dell’aeroporto, Medici Senza Frontiere (Msf) ha annunciato che gli occupanti sono
passati da 100.000 a 60.000. Ma ong e fonti medico-sanitarie sottolineano che “il
movimento di ritorno a casa rimane ancora timido”: colpi d’arma da fuoco, tensioni
e disordini notturni nei quartieri spingono ancora la gente ad andare a dormire nei
campi. Il gruppo più vulnerabile è quello della popolazione musulmana “che non si
sente ancora in sicurezza, quindi rimane laddove gode di maggior protezione fisica”
ha riferito Giuseppe Loprete, capo missione dell’Oim.
Nelle prossime ore a
rendere visita agli sfollati della crisi centrafricana è l’Alto commissario Onu per
i diritti umani, Navi Pillay, in visita a Bangui. Sono previsti colloqui con la Presidente
di transizione Catherine Samba Panza, con alcuni ministri ma anche con rappresentanti
dell’Unione Africana e della Comunità economica dei paesi dell’Africa centrale (Ceeac).
Nel frattempo un gruppo di esperti inviati dall’Onu, ha confermato che armi libiche,
in particolare missili antiaerei portatili, sono stati consegnati al Centrafrica,
ma non sarebbero state ancora individuate sul terreno. Pochi giorni fa la Misca ha
smantellato un “arsenale da guerra impressionante” nei pressi dell’aeroporto internazionale
di Bangui, sulla base di informazioni fornite dai residenti.
Nella capitale
centrafricana è inoltre atteso l’inviato speciale dell’Organizzazione della Conferenza
Islamica (Oci), l’ex ministro degli Esteri senegalese Cheikh Tidiane Gadio, con il
mandato di “aiutare musulmani, cristiani e le altre comunità spirituali a riallacciare
il dialogo per salvare il Paese”, unica strada per “ritrovare pace e sicurezza”. (R.P.)