Senegal: il presidente Sall chiede pace e sviluppo per Casamance
“Una pace dei bravi, senza vincitori né vinti, ma per il bene di tutti”: è l’appello
lanciato dal presidente Macky Sall, arrivato a Ziguinchor per una visita di 72 ore
nella regione meridionale della Casamance, teatro di una trentennale crisi armata.
Nel suo atteso discorso, il capo dello Stato ha ricordato il proprio impegno “a favore
della sicurezza” unito alla sua “apertura al dialogo nel rispetto della dignità di
tutti gli attori”. Per Sall, la pace è la “prima condizione ad ogni sviluppo inclusivo,
consensuale e solidale”. In questa prospettiva - riferisce l'agenzia Misna - le autorità
di Dakar hanno stabilito come azioni prioritarie la riconciliazione, la ricostruzione
e lo sviluppo sostenibile (Rrdd) per consentire alla rinascita della regione dal forte
potenziale agricolo e turistico.
Al centro della visita di Sall in Casamance,
la seconda dalla sua elezione nel 2012, c’è l’avvio ufficiale del Progetto ‘Polo sviluppo’
(Ppdc) a favore delle tre regioni meridionali di Kolda, Sédhiou e Ziguinchor. Finanziato
in parte dalla Banca Mondiale, con un contributo di 40 milioni di dollari, il progetto
si prefigge di favorire il processo di pace regionale, aumentare le produzioni agricole
(riso), creare posti di lavoro per giovani e donne nel settore primario ma anche ristrutturare
strade e infrastrutture carenti o inesistenti.
Il lancio del ‘Progetto Polo
Sviluppo per la Casamance’ è stato reso possibile da un periodo più calmo sul fronte
della sicurezza, dopo anni di pesanti scontri tra forze governative e ribelli indipendentisti
del Movimento delle forze democratiche di Casamance (Mfdc). Da due anni a questa parte
tensioni e instabilità si manifestano con attacchi mirati ai danni di soldati e agenti
di polizia, ma ancora con imboscate e rapimenti che colpiscono anche i civili, attribuiti
all’ala più dura della ribellione.
Sul piano negoziale i passi avanti concreti
sono più lenti ma ci sono. Il mese scorso, con la mediazione della Comunità di Sant’Egidio,
le due parti hanno firmato a Roma un documento di “misure di fiducia reciproca”. In
quella occasione governo e ribellione si sono impegnati a “osservare un comportamento
teso a favorire i negoziati per il ritorno della pace” e a “ridurre le sofferenze
delle popolazioni”. (R.P.)