2014-03-18 19:10:36

Napolitano ai radicali: confronto in Parlamento sul fine vita. Scienza e Vita: sì, ma dalla parte dei malati


''Il Parlamento non dovrebbe ignorare il problema delle scelte di fine vita e eludere un sereno e approfondito confronto di idee sulle condizioni estreme di migliaia di malati terminali in Italia''. Lo scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all’Associazione Luca Coscioni e al comitato promotore Eutanasia Legale. “Sì, ad un confronto sereno e non pregiudiziale, sempre dalla parte dei malati e dei disabili gravissimi”, il commento dell’Associazione Scienza e Vita. Ascoltiamo il presidente Domenico Coviello intervistato da Paolo Ondarza:RealAudioMP3

R. – In questi anni abbiamo sempre continuato a tenere alta l’attenzione, promuovendo convegni, incontri, dibattiti su questi temi, perché riteniamo importante difendere i più fragili nelle situazioni di malattia.

D. – Ma sono maturi oggi in Italia i tempi per un confronto sereno su queste tematiche?

R. – “Scienza e Vita” ha proprio l’impegno di affrontare da un punto di vista scientifico l’argomento, pur mantenendo il dialogo più aperto possibile nell’ambito del dibattito sociale. E pensiamo che questa posizione sia importante e che possa permettere anche il colloquio non solo fra i ricercatori, ma anche con le famiglie, con i malati e con le associazioni, che in varia forma prestano assistenza a queste persone.

D. – Parlare di fine vita presuppone alcune premesse dalle quali non si può prescindere, soprattutto non può significare guardare all’eutanasia…

R. – Assolutamente sì. L’eutanasia è sempre un simbolo dell’emarginazione del singolo che ha bisogno di aiuto. Bisogna, quindi, fornire delle risposte a questa sofferenza del singolo e aumentare invece le risorse che possano aiutare a togliere il dolore.

D. – Sì ad un’alleanza terapeutica tra medico e paziente e rifiuto di ogni accanimento sproporzionato come elementi che possano guidare in questo confronto…

R. – Assolutamente sì, e soprattutto la figura del medico deve accompagnare la persona malata anche quando non è più possibile guarirla dalla sua condizione medica.

D. – Quindi, cure palliative?

R. – Cure palliative, ma anche attenzione alla persona e, quindi, vicinanza alla persona. Il medico, infatti, non è solo un distributore di farmaci.







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