2014-03-17 12:52:21

Un anno fa, la prima Messa pubblica di Papa Francesco nella parrocchia di Sant'Anna in Vaticano


Un anno fa la prima visita di Papa Francesco ad una parrocchia. Trascorsi quattro giorni dalla sua elezione, il Pontefice ha celebrato la sua prima Messa pubblica a Sant’Anna in Vaticano, saltando ogni protocollo e mettendo persino in difficoltà i servizi di sicurezza. Già allora Papa Francesco ha mostrato di volere il contatto con i fedeli, colpiti dalle sue parole semplici e confidenziali. Al microfono di Tiziana Campisi, il parroco di Sant’Anna, il padre agostiniano Bruno Silvestrini, ricorda cosa è successo il 17 marzo dello scorso anno:RealAudioMP3

R. - L’arrivo del Santo Padre nella parrocchia è stata una grande novità: tutto il protocollo è saltato, ed è stato un momento di gioia, come l’incontro tra un padre con i suoi figli.

D. - La prima Messa celebrata da Papa Francesco in una parrocchia – la Parrocchia di Sant’Anna in Vaticano – è stata un po’ un biglietto da visita al mondo ...

R. - Sì. Posso dire che è stato, innanzitutto, il primo biglietto delle due grandi realtà del Santo Padre. La vicinanza fisica alle persone, quindi il contatto, l’abbracciare, il lasciarsi abbracciare, addirittura lasciarsi baciare! Un gesto inconcepibile, perché il protocollo non prevedeva mai questo aspetto: si baciava la mano al Santo Padre, si veniva benedetti dal Santo Padre, ma mai si poteva posare le mani sulle spalle e addirittura baciare il Santo Padre sulle guancie. Il secondo messaggio è stato il messaggio della misericordia, della bontà, del Dio che ci accoglie così come siamo ed è sempre pronto a perdonare. Posso notare che questa tematica è entrata anche nell’Evangelii Gaudium al numero 3, dove il Santo Padre ripete: “Dio non si stanca mai di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua Misericordia”.

D. - Quali tracce indelebili sono rimaste della visita di Papa Francesco nella parrocchia di Sant’Anna?

R. - Quando abbiamo incontrato il Santo Padre, ci chiedeva: “Ma tu chi sei? Che cosa fai?”. Tutti, in parrocchia, ci siamo fatti questa domanda negli incontri successivi, con la necessità di verificare per dare il meglio di noi stessi, aprirci alla Parola del Signore, aprirci all’incontro con Gesù per poi essere portatori di speranza – come ci dice il Papa – nell’incontro con le persone.

D. - In quell’occasione, quali parole le ha rivolto personalmente Papa Francesco?

R. - Più volte, prima dell’ingresso in chiesa, e subito dopo la celebrazione eucaristica, dopo aver terminato il mio discorso nella sagrestia, il Papa chiedeva sempre di pregare per lui. Non potrò mai dimenticare questa sua necessità. Mi chiedeva sempre: ”Preghi per me! Le chiedo questa grazia. Preghi per me!”.

D. - Che cosa è cambiato nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano dopo la visita di Papa Francesco?

R. - Ho avuto centinaia, migliaia di telefonate, di richieste via mail dove mi chiedevano di poter incontrare il Santo Padre, mi chiedevano quando il Papa celebrava la Messa ... Poi la numerosissima presenza di fedeli la domenica. Quando arrivano le celebrazioni delle 10 e delle 11 la chiesa è stracolma perché le persone vogliono andare all’Angelus. Quindi, in un numero molto più elevato di quello degli altri anni vengono alla Messa delle 10 o a quella delle 11. Poi al termine della celebrazione vanno tutti all’Angelus del Santo Padre. Dunque non è più un incontrare il Santo Padre per curiosità: ci siamo accorti che i cristiani, anche quelli lontani, stanno riscoprendo il dono grande della fede.

D. - La prima Messa celebrata in una parrocchia da Papa Francesco è stato un mostrare al mondo un po’ tutto quello che poi è successo durante quest’anno ...

R. - Devo dire che la visita del Santo Padre in questa parrocchia, a quattro giorni dalla sua elezione, ha dato inizio ad uno stile di Pontificato: quello del parlare in maniera semplice, e il sentire che il Santo Padre non è lontano, ma è vicino a tutti.







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