Stop a schiavitù e tratta di esseri umani entro il 2020: la Santa Sede firma un accordo
con altre religioni mondiali
Un accordo fra rappresentanti di grandi religioni mondiali per sradicare le moderne
forme di schiavitù e il traffico di persone. È il “Global Freedom Network”, realizzato
in collaborazione con la Walk Free Foundation e presentato ieri mattina in Sala Stampa
della Santa Sede. Sono intervenuti mons. Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere delle
Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali, in rappresentanza della
Santa Sede; Mahmoud Azab, in rappresentanza del grande Imam di Al-Azhar, del Cairo,
in Egitto; l’anglicano David John Moxon, in rappresentanza dell’arcivescovo di Canterbury,
Justin Welby; l’australiano Andrew Forrest, fondatore della Walk Free Foundation.
Presente anche il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio
Consiglio della Giustizia e della Pace. A moderare, il portavoce vaticano, padre Federico
Lombardi. Il servizio di Giada Aquilino:
Sradicare
la schiavitù moderna e la tratta di esseri umani in tutto il mondo entro il 2020,
attraverso “gli strumenti della fede”, preghiera, digiuno e carità, e stimolando un’azione
globale di contrasto a tali crimini “contro l’umanità”. E’ l'obiettivo del Global
Freedom Network (Gfn), un accordo senza precedenti tra rappresentanti religiosi che
ha come partner principale anche la Walk Free Foundation. La dichiarazione comune
è stata firmata questa mattina. A nome di Papa Francesco, mons. Sánchez Sorondo,
che ha citato direttamente la richiesta del Santo Padre di affrontare i temi della
tratta delle persone, della schiavitù moderna, del commercio illegale di organi umani:
"All
these new forms of slavery and human trafficking and prostitution … Tutte
queste nuove forme di schiavitù e traffico di esseri umani e prostituzione sono un
crimine contro l’umanità. Papa Francesco ha ribadito questo concetto quattro volte
ed io lo ringrazio perché ha avuto il coraggio di dirlo. Il Papa dice: 'Sì, io dico
queste cose perché gli altri non vogliono dirle, ma sono la realtà!'”.
A
nome del grande Imam di Al Azhar, Ahmed al-Tayyeb, il rappresentante della medesima
università, Mahmoud Azab, ha ricordato – in arabo, poi tradotto in sala stampa
in più lingue - la posizione del mondo musulmano a proposito della tratta e della
schiavitù, citando le parole dello stesso Imam:
"Islam prohibits trafficking
and slavery at a hundred per cent. … L’Islam vieta al cento per cento il
traffico di persone umane e la schiavitù. Io stesso e tutti coloro che lavorano ad
Al Azhar sono impegnati nella lotta contro questi fenomeni. Soprattutto la schiavitù
moderna è proibita tassativamente in qualsiasi parte del mondo".
E in
italiano ha fatto aggiungere:
"Per quelli che capiscono l’italiano devo
dire che l’Islam, il Corano non accetta la schiavitù".
Nella dichiarazione
comune, i firmatari del Global Freedom Network sottolineano come “lo sfruttamento
fisico, economico e sessuale di uomini, donne e bambini” condanni oggi 30 milioni
di persone “al degrado”. Tollerando questa situazione, aggiungono, “violiamo la nostra
umanità comune e offendiamo le coscienze di tutti i popoli”. Deve cessare quindi “ogni
forma di indifferenza” per le vittime di sfruttamento. Attraverso “gli ideali della
fede e i valori umani condivisi” si può puntare a sradicare “definitivamente la schiavitù
moderna e la tratta di esseri umani dal nostro mondo”. Eppure, nonostante gli sforzi,
“la schiavitù moderna e la tratta di esseri umani continuano a crescere”. Ne ha parlato
il rappresentante anglicano David John Moxon, inviato dell’arcivescovo di Canterbury:
"Modern
slavery and trafficking in human beings is one of the greatest scandals … La
schiavitù moderna e il traffico di persone umane è uno dei maggiori scandali e una
delle maggiori tragedie del nostro tempo. E’ intollerabile che milioni di nostri fratelli
subiscano violazioni di questo genere, assoggettati a sfruttamento disumano e privati
della loro dignità e dei loro diritti. Questo oltraggio deve toccare ciascuno di noi,
perché ciò che colpisce una parte dell’umanità colpisce noi tutti. Virtualmente, ogni
parte del mondo è colpita, in qualche modo, dalla crudeltà e dalla violenza associate
a quest’attività criminale".
Le vittime, è stato evidenziato, “sono tenute
nascoste: in luoghi di prostituzione, in stabilimenti e nelle campagne, su pescherecci
e strutture illegali, in case private”. E non bisogna andare molto lontano, come ha
ricordato il card. Turkson:
"Parecchi pensano che il commercio delle
persone ridotte in schiavitù sia molto lontano. Non è lontano. Secondo l’esperienza
che abbiamo fatto, dove c’è una popolazione molto anziana, che richiede assistenza
in casa, è lì che si comincia a rilevare questa esperienza di schiavitù. Quando le
persone vengono chiamate per curare gli anziani, allora forse è necessario studiare
le condizioni in cui si presta tale servizio. E forse già lì incominceremo a trovare
i primi segni di schiavitù. Quindi: non è necessario andare lontano, a volte questi
fenomeni esistono molto vicino a noi".
Il Global Freedom Network invita
le altre Chiese cristiane e confessioni religiose a intervenire, sollecitando i leader
spirituali del mondo, i fedeli e “le persone di buona volontà” ad aderire all’iniziativa.
Lo ha ribadito Andrew Forrest, fondatore della Walk Free Foundation:
"I
ask the governments of the world to join the World’s great faiths … Chiedo
ai governi del mondo di unirsi alle grandi religioni del mondo – anglicani, cattolici,
islamici sunniti – nel nostro tentativo di raggiungere le altri grandi fedi del mondo
con l’amore del nostro messaggio; di unirsi anche al ‘Global Freedom Network’. Chiedo
a 163 governi di proporre lo sradicamento della schiavitù come l’unico, maggiore moltiplicatore
economico al prossimo G20: infatti, non c’è modo migliore di far crescere l'economia
che valorizzando un essere umano per tutte le sue capacità, non solo per il suo corpo".
Ci
sarà una giornata di preghiera per le vittime e per la loro libertà, fanno sapere
i partecipanti. Si coinvolgeranno famiglie, scuole, università, perché si impari a
conoscere e denunciare tali piaghe, affinché “ogni mano e ogni cuore” si unisca per
liberare “tutti coloro che sono imprigionati e soffrono”. “Cammineremo con loro -
conclude il Gfn - verso la libertà”.