2014-03-15 11:57:46

Mons. Carballo: il Pontificato di Papa Francesco, un soffio dello Spirito nella Chiesa e nel mondo


In questi giorni sono stati davvero numerosissimi gli auguri e i commenti, in tutto il mondo, per il primo anno di Pontificato di Papa Francesco, salito al soglio di Pietro il 13 marzo 2013. Su questo anniversario Alberto Goroni ha intervistato mons. José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e già ministro generale dei Frati Minori:RealAudioMP3

R. - Lo definirei come un soffio dello Spirito. Papa Francesco, nella continuità di quanto chiesto dal Vaticano II e certamente in continuità con quanto hanno cercato di fare i suoi predecessori, ci invita costantemente ad un rinnovamento profondo di mente e di cuore, ad un rinnovamento che abbia anche delle conseguenze molto concrete nella vita della Chiesa e di tutti noi. Ci ha offerto un tale programma di vita, che se riuscissimo a portarlo avanti, certamente molte cose cambierebbero. Quindi è stato un anno molto fecondo, un anno in cui la Chiesa si è avvicinata all’uomo e alla donna di oggi; un anno in cui la persona di Papa Francesco ha certamente suscitato molto entusiasmo e molte speranze, sia all’interno della Chiesa che tra i non credenti o i non cattolici.

D. - Cosa la colpisce maggiormente della personalità del Papa e del suo modo di essere Vescovo di Roma?

R. - Mi colpisce, prima di tutto, la sua vicinanza: Papa Francesco ama stare con la gente. “E’ un pastore che ha l’odore delle pecore”, per usare la sua stessa espressione… Una vicinanza che si fa ascolto, dialogo, il che non impedisce di prendere decisioni che lui crede necessarie quando arriva il momento opportuno. Quindi, Papa Francesco sa coniugare molto bene la vicinanza e il dialogo con la sua responsabilità di pastore della Chiesa universale e di Vescovo di Roma.

D. - Il Papa ha più volte invitato i cristiani, in particolare i religiosi, ad evangelizzare le periferie esistenziali. Come raccogliere questa sfida, in particolare da parte del suo dicastero?

R. - Il Papa insiste costantemente su una Chiesa che deve uscire, deve andare… Forse il verbo più coniugato da Papa Francesco, in questi mesi di Pontificato, è proprio “andare”, “uscire”, che poi è il mandato di Gesù ai suoi discepoli. E uscire, andare dove? Alle periferie esistenziali dell’uomo e della donna di oggi, alle periferie della povertà e alle periferie del pensiero. Il Papa ai superiori maggiori generali ha ricordato questo: la necessità urgente di andare alle periferie della povertà, ma anche del pensiero. Il nostro dicastero, in questo momento, sta incoraggiando i religiosi ad ascoltare questo appello urgente del Santo Padre. Anche nel momento in cui le vocazioni diminuiscono e la tentazione del benessere tocca il nostro cuore, è bene ricordare questo appello di Papa Francesco e questo bisogno della Chiesa e del mondo: “Andare, andare, andare!”. E andare dove nessuno vuole andare. In un certo senso i religiosi dovrebbero essere come i tappabuchi: proprio dove nessuno vuole andare, lì è il posto da preferirsi per i religiosi.







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