“La famiglia è il primo luogo di relazione, è scuola e palestra principale”. Ma
“il tesoro della famiglia è insidiato da una mentalità individualista che spinge a
disgregare i rapporti, a rendere i legami deboli e incerti”. Lo ha affermato il card.
Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nella riflessione pronunciata
ieri sera al termine della Via Crucis diocesana che si è svolta nel capoluogo ligure.
“Se la famiglia si sfalda - ha detto il cardinale - è l‘uomo che si smarrisce, la
sua umanità, e la società perde il suo fondamento, la sua stabilità, la sua coesione”.
Infatti, “non sono le leggi che fanno la coesione sociale. Le leggi ci vogliono, ma
non sono assolutamente sufficienti. La coesione sociale deriva dalla famiglia, da
questi microcosmi di relazioni buone, virtuose dove si impara a stare insieme ad avere
fiducia gli uni gli altri, a perdonarsi, a ricominciare, a portare gli uni i pesi
altrui, a condividere. Qui sta la stabilità sociale”.
In precedenza - riporta l'agenzia Sir - il cardinale aveva affermato che “il Figlio
di Dio ha dato la vita per noi, perché vivessimo come figli di Dio e come fratelli
tra di noi”. Oscurare la paternità di Dio è soffocare la fraternità alla radice, è
proclamare che l‘uomo è orfano e solo. Non possiamo vivere senza essere fratelli,
ma per essere fratelli è necessaria una paternità”.
E ancora: “Cristo è il Salvatore del mondo. Non è venuto a guarirci dai mali della vita, malattie, sofferenze fisiche e psichiche, morte corporale, ma è venuto per guarirci dal male del peccato che è la lontananza da Dio". Infatti, “non si può vivere lontani dall‘amore. Si diventa aridi. Non si può vivere lontani dalla sorgente della vita. Si diventa spenti. Non si può vivere lontani dalla comunione. Si vive lacerati: in famiglia, nel lavoro, nella società”. (R.P.)
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