2014-03-15 08:26:20

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella seconda domenica di Quaresima, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù viene trasfigurato sul monte Tabor davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni. Una nube luminosa li copre con la sua ombra. E una voce dalla nube dice:

«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:RealAudioMP3

Dal deserto – il luogo della prova, della ribellione, dove abita il tentatore, l’accusatore (I domenica di Quaresima) – al monte della trasfigurazione, al luogo della manifestazione di Dio, della sua rivelazione, della sua santità: ecco il cammino che questa seconda domenica di Quaresima apre davanti a noi. Il Signore Gesù porta con sé i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, per prepararli al mistero della Pasqua e renderli suoi testimoni. E viene trasfigurato davanti a loro: il suo Volto si illumina della gloria divina, le sue vesti splendono del segno della vittoria pasquale. Sono presenti anche Mosè ed Elia a dichiarare il compimento delle promesse fatte da Dio nell’Antico Testamento. Gli apostoli “vedono” la gloria del Figlio di Dio e Pietro esclama: “Signore, è bello per noi essere qui!” e contemplare il Volto di Dio. È la somma felicità dell’uomo: noi siamo stati voluti e creati da Dio per stare con lui, nella sua casa, per godere del suo volto. È un istante, poi la Nube ricopre tutto con la sua ombra e la voce rivela: “Questi è il Figlio mio, l’amato, in Lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. Un “ascolto” che è obbedienza, che è desiderio di seguirlo fino alla croce, fino alla risurrezione e alla gloria. La rivelazione che lo Spirito del Padre fa del Figlio è un dono che viene a noi dall’”eccesso sovrabbondante della divina Bontà” (T. Federici), che oggi ci fa Chiesa, sposa del Verbo, e ci prepara a partecipare al mistero della sua Pasqua per entrare nell’intimità di Dio.







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