L'"Evangelii Gaudium" di Papa Francesco al centro dei Dialoghi in Cattedrale
“Il profumo del Vangelo in città”. E’ questo il filo conduttore dei tre incontri del
nuovo ciclo dei “Dialoghi in Cattedrale”, che si è aperto giovedì sera a Roma nella
Basilica di San Giovanni in Laterano, e che per questa edizione ha come fulcro l’Esortazione
apostolica di Papa Francesco “Evangelii gaudium”. Protagonisti della prima serata
sono stati il padre gesuita Francesco Occhetta, e Angelo Vescovi, direttore scientifico
della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, che si sono confrontati
sul tema “Dio non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero”. Prossimi
appuntamenti, il 27 marzo e il 10 aprile. Il servizio di Marina Tomarro.
Far conoscere
a tutti la bellezza del messaggio dell’Evangelii Gaudium perché, come scrive Papa
Francesco, “Dio non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero”. Con questo
obiettivo si è aperto il primo appuntamento dei Dialoghi in cattedrale, che ormai
dal 1996 fanno parte della tradizione quaresimale romana. Il cardinal vicarioAgostino Vallini:
"Vogliamo offrire alla città, soprattutto al mondo
laico, la possibilità di riflettere su temi al confine tra fede e storia nelle diverse
dimensioni che possono interessare la vita quotidiana. Sono occasioni preziose che
sento di incoraggiare".
Quest’anno l’apertura ha coinciso con il primo
anniversario del Pontificato di Papa Francesco. Ascoltiamo ancora il porporato:
"Una
grande esperienza di Dio e dell’uomo perché il Papa è un grande uomo di fede, proprio
perché vive e sperimenta l’amore del Signore e lo trasmette con i gesti e la semplicità
che tutti conosciamo. Questa è una cosa bella".
Nell’Esortazione apostolica
il Santo Padre ricorda che l’uomo nel cercare Dio è “traballante”, perciò bisogna
discernere i segni dei tempi, per guardare il mondo attraverso la conoscenza di Cristo.
Il commento del padre gesuita Francesco Occhetta:
R. - Dio non si nasconde
a coloro che vivono l’esperienza con Lui: generano fraternità, generano idee di giustizia
buona, generano capacità di vivere una giustizia umana. Quelle dinamiche che la società
a volte perde ma che nel credente, nella dimensione spirituale, è possibile recuperare
e rilanciare.
D. – Cosa vuol dire quando parliamo di una contemplazione attiva
di Papa Francesco?
R. – Contemplazione attiva vuol dire che lui vive da monaco
nella città; contempla come Dio si muove nella città, lo vede e prega dove lui fa
diventare la sua vita una preghiera vivente.
E forte è l’invito a non scoraggiarsi
anche di fronte al male, smettendo così di fare del bene, ma continuare a conservare
quella speranza che ci arriva direttamente da Dio. Ascoltiamo la riflessione di Angelo
Vescovi,direttore scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza a San
Giovanni Rotondo:
R. – La speranza è il motore dell’uomo, la speranza di fare
del bene ma non inteso in senso astratto ma come valore fondante di quella che è l’umanità
all’interno dell’uomo stesso: alleviare quindi il dolore di chi ti sta vicino, proteggere
la vita, farla crescere, curarla. Sono tutti elementi caratterizzanti, fondanti della
natura umana. Soddisfare questi elementi vuol dire essere felici e vivere nella luce
della speranza di un futuro che è sicuramente migliore proprio per come è costituito
l’uomo. Nel momento in cui questo elemento viene a cessare entra il buio: il buio
è caos ed il caos è il male.