2014-03-14 14:51:39

L'"Evangelii Gaudium" di Papa Francesco al centro dei Dialoghi in Cattedrale


“Il profumo del Vangelo in città”. E’ questo il filo conduttore dei tre incontri del nuovo ciclo dei “Dialoghi in Cattedrale”, che si è aperto giovedì sera a Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano, e che per questa edizione ha come fulcro l’Esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii gaudium”. Protagonisti della prima serata sono stati il padre gesuita Francesco Occhetta, e Angelo Vescovi, direttore scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, che si sono confrontati sul tema “Dio non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero”. Prossimi appuntamenti, il 27 marzo e il 10 aprile. Il servizio di Marina Tomarro.RealAudioMP3

Far conoscere a tutti la bellezza del messaggio dell’Evangelii Gaudium perché, come scrive Papa Francesco, “Dio non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero”. Con questo obiettivo si è aperto il primo appuntamento dei Dialoghi in cattedrale, che ormai dal 1996 fanno parte della tradizione quaresimale romana. Il cardinal vicario Agostino Vallini:

"Vogliamo offrire alla città, soprattutto al mondo laico, la possibilità di riflettere su temi al confine tra fede e storia nelle diverse dimensioni che possono interessare la vita quotidiana. Sono occasioni preziose che sento di incoraggiare".

Quest’anno l’apertura ha coinciso con il primo anniversario del Pontificato di Papa Francesco. Ascoltiamo ancora il porporato:

"Una grande esperienza di Dio e dell’uomo perché il Papa è un grande uomo di fede, proprio perché vive e sperimenta l’amore del Signore e lo trasmette con i gesti e la semplicità che tutti conosciamo. Questa è una cosa bella".

Nell’Esortazione apostolica il Santo Padre ricorda che l’uomo nel cercare Dio è “traballante”, perciò bisogna discernere i segni dei tempi, per guardare il mondo attraverso la conoscenza di Cristo. Il commento del padre gesuita Francesco Occhetta:

R. - Dio non si nasconde a coloro che vivono l’esperienza con Lui: generano fraternità, generano idee di giustizia buona, generano capacità di vivere una giustizia umana. Quelle dinamiche che la società a volte perde ma che nel credente, nella dimensione spirituale, è possibile recuperare e rilanciare.

D. – Cosa vuol dire quando parliamo di una contemplazione attiva di Papa Francesco?

R. – Contemplazione attiva vuol dire che lui vive da monaco nella città; contempla come Dio si muove nella città, lo vede e prega dove lui fa diventare la sua vita una preghiera vivente.

E forte è l’invito a non scoraggiarsi anche di fronte al male, smettendo così di fare del bene, ma continuare a conservare quella speranza che ci arriva direttamente da Dio. Ascoltiamo la riflessione di Angelo Vescovi, direttore scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo:

R. – La speranza è il motore dell’uomo, la speranza di fare del bene ma non inteso in senso astratto ma come valore fondante di quella che è l’umanità all’interno dell’uomo stesso: alleviare quindi il dolore di chi ti sta vicino, proteggere la vita, farla crescere, curarla. Sono tutti elementi caratterizzanti, fondanti della natura umana. Soddisfare questi elementi vuol dire essere felici e vivere nella luce della speranza di un futuro che è sicuramente migliore proprio per come è costituito l’uomo. Nel momento in cui questo elemento viene a cessare entra il buio: il buio è caos ed il caos è il male.

Ultimo aggiornamento: 15 marzo







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