Un anno di Papa Francesco. Grasso: "Con lui Chiesa più veloce della politica"
Pietro Grasso, presidente del Senato della Repubblica italiana Devo dire che
la velocità impressa da Papa Francesco al cambiamento nella Chiesa è assolutamente
ineguagliabile: in pochi mesi ha rotto le tradizioni, ha infranto la barriera simbolica
che divide la più alta incarnazione della religione cristiana dai fedeli, ha innovato
il linguaggio e soprattutto ha rimesso al centro del discorso l’uomo, con le sue debolezze,
i suoi punti di forza, proprio nel rapporto con Dio. Il messaggio è: non lasciamo
che i principi e i valori religiosi restino solo nella preghiera, nella contemplazione
ma diventino uno stile di vita quotidiano, basato sull’apertura, sulla fiducia, sulla
solidarietà, sulla speranza. In questo, le istituzioni politiche, invece, sono rimaste
al palo, sono più lente, con una macchina complessa, lenta che lavora, sì, ma i cui
effetti non ridondano immediatamente nei confronti dei cittadini. Valori laici e cattolici
spesso coincidono e dobbiamo farli lavorare insieme: questo credo che sia anche lo
spirito dell’innovazione della Chiesa. “Il peccato si perdona, la corruzione
non può essere perdonata”, e la descrive come una somma di mali che minaccia le fondamenta
su cui sono costruiti gli Stati democratici e la stessa Chiesa. Sono questi reati
che inquinano l’economia, mettono un freno enorme allo sviluppo, soprattutto in un
momento di crisi come quello che stiamo affrontando. La globalizzazione dell’economia
e della finanza negli ultimi decenni non ha fatto che aumentare le diseguaglianze,
ha accresciuto la povertà, ha messo più della metà del nostro mondo a servizio della
parte più ricca, e quindi anche la criminalità si è approfittata di questi cambiamenti
per accrescere l’influenza sull’economia, sulla politica. (a cura di Luca Collodi)