Cina. Chiusi i lavori del parlamento: il premier promette riforme e stabilità economica
La Cina "continuerà a combattere contro la pressione al ribasso sull'economia, che
nello scorso anno è stata la minaccia più grande alla nostra nazione. Ma non useremo
misure artificiali di stimolo: nonostante alcuni rapporti pessimisti, siamo sicuri
di poter tenere la crescita economica intorno al 7,5 % annuo. Se si siamo riusciti
lo scorso anno, perché non dovremmo farcela adesso?". Con queste parole il premier
cinese Li Keqiang ha chiuso la XII sessione dell'Assemblea nazionale del Popolo, il
"Parlamento" cinese riunito come ogni anno per approvare le decisioni prese dal governo
e dal Politburo del Partito comunista.
Come da prassi - riferisce l'agenzia
AsiaNews - l'ultimo appuntamento ufficiale della riunione è stata la conferenza stampa
del premier. Li ha toccato diversi argomenti - assicurando tra le altre cose che Pechino
"non fermerà le ricerche dell'aereo scomparso in Malaysia fino a che ci sarà un briciolo
di speranza" - e ha reso noti i risultati delle votazioni dei delegati dopo la presentazione
dei rapporti del primo ministro, del Procuratore generale dello Stato e del giudice-capo
della Corte Suprema.
Ma l'economia ha giocato la parte del leone. Secondo Li,
i rischi collegati al debito pubblico cinese "sono sotto controllo" e il governo "ha
fiducia di poter tenere la crescita del 2014 intorno agli obiettivi prefissati". Questa
dichiarazione rappresenta il messaggio più chiaro di tutta la conferenza stampa: senza
farsi ossessionare dai numeri, il governo centrale permetterà anche una crescita minore
rispetto a quanto previsto. L'importante, ha chiarito il premier, "è non usare vecchi
modelli di crescita. Dobbiamo trasformare un'economia veloce in un'economia sana e
sostenibile".
Per raggiungere questi obiettivi, Li ha rilanciato i propositi
riformisti del governo in ambito fiscale e finanziario: "Miriamo a ridurre ancora
di più il carico fiscale per le micro-aziende e per quelle piccole, approfondendo
anche la riforma delle imprese statali e aprendo l'accesso al mercato. In modo particolare
per quanto riguarda il settore dei servizi. La questione ora è capire come mettere
in pratica questi propositi, ma non lasceremo nulla di intentato". Quanto detto in
conferenza stampa ricalca il discorso ufficiale con cui il premier ha chiuso la sessione
parlamentare. Dopo la sua relazione si è proceduto alla votazione: 2.887 voti a favore,
15 contrari e 5 astenuti. (R.P.)