2014-03-12 19:06:50

Ucraina. Da G7 e Ue nuovo monito a Mosca: annessione Crimea viola Carta Onu


Nuovo altolà dai Paesi del G7 e dall’Unione Europea alla Russia perché rinunci alla Crimea, ritiri le sue truppe dall’Ucraina e avvii negoziati diretti con Kiev, che già la prossima settimana potrà firmare l’accordo di associazione con l’Ue. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3
“L’annessione russa della Crimea sarebbe una chiara violazione della Carta dell’Onu” e qualunque referendum non avrà effetto legale, si legge in una nota con la firma dei Paesi del G7 e dell’Unione Europea, diffusa dalla Casa Bianca. Quindi il monito a Mosca a non cambiare lo status della Crimea, a ritirare le sue forze nelle caserme dove erano prima della crisi, ad avviare subito colloqui diretti con il governo di Kiev, quindi di unirsi a loro “per risolvere la crisi” e sostenere “una Ucraina sovrana, indipendente e unita”. Il G7 ribadisce anche di volersi astenere da ogni attività preparatoria del G8 a Sochi. Dobbiamo “sederci e parlare”, ha incoraggiato il segretario di Stato Usa Kerry, che venerdì incontrerà il ministro degli esteri russo Lavròv a Londra. Ma Mosca ribatte che le esercitazioni delle Forze armate ucraine lanciate nel pomeriggio nell’est e sud del Paese rischiano di “destabilizzare ulteriormente la situazione”. Intanto la Bielorussia allertata dalle missioni Nato alle sue frontiere ha chiesto alla Russia di rafforzare la sorveglianza aerea comune. Mentre il Kighizistan insieme al Kazakhstan, hanno preso le distanze da Mosca. In Crimea da segnalare lo stop dei voli fino al 18 da Sinferopoli per Kiev, il sabotaggio dell’aeroporto di Sebastopoli e l’annuncio di Mosca che da aprile le pensioni saranno pagate in rubli, e che le banche subito dopo il referendum dovranno registrarsi in Russia.
A questo punto quanto spazio resta per la trattativa diplomatica e quanto è credibile l’ipotesi di una guerra fredda? Gabriella Ceraso ne ha parlato con Alessandro Politi analista politico e strategico: RealAudioMP3

R. – Lo spazio per la trattativa, se proprio la follia collettiva non crea danni irreparabili, c’è e come. Perché, alla fine, stiamo facendo di una questione secondaria un casus belli. Non si può pensare che un accordo di associazione, quindi con scarsissimo valore politico ed economico, diventi una posta in gioco così importante. Non si può pensare che un governo di fatto, per quanto sostenuto da una parte importante dell’opinione pubblica ucraina, sia un governo legittimato da delle elezioni. Poi ci sono naturalmente delle esigenze primarie. Ma se si evitano irrigidimenti fuori luogo e tentativi egemonici o neoimperialistici – forse – si riesce a trovare una soluzione ragionevole.

D. – E nel cammino della diplomazia, questa dichiarazione oggi congiunta Unione Europea-G7, questo parlare ad una voce a Mosca, dopo che già ieri sono arrivati degli aiuti economici, almeno promessi, lei come lo legge in questo scacchiere di mosse internazionali?

R. – Io credo che le parole di Barroso siano delle parole di carattere politico, però poi la politica viene misurata in base a quello che si è realmente disposti a fare. E se l’impegno sono 11 miliardi – di cui uno soltanto statunitense – mi pare francamente poco. Ma c’è anche il problema che noi abbiamo la necessità di essere solidali con i nostri Paesi partner dell’Unione Europea, che sono sotto attacco finanziario.







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