Ucraina. Da G7 e Ue nuovo monito a Mosca: annessione Crimea viola Carta Onu
Nuovo altolà dai Paesi del G7 e dall’Unione Europea alla Russia perché rinunci alla
Crimea, ritiri le sue truppe dall’Ucraina e avvii negoziati diretti con Kiev, che
già la prossima settimana potrà firmare l’accordo di associazione con l’Ue. Il servizio
di Roberta Gisotti: “L’annessione
russa della Crimea sarebbe una chiara violazione della Carta dell’Onu” e qualunque
referendum non avrà effetto legale, si legge in una nota con la firma dei Paesi del
G7 e dell’Unione Europea, diffusa dalla Casa Bianca. Quindi il monito a Mosca a non
cambiare lo status della Crimea, a ritirare le sue forze nelle caserme dove erano
prima della crisi, ad avviare subito colloqui diretti con il governo di Kiev, quindi
di unirsi a loro “per risolvere la crisi” e sostenere “una Ucraina sovrana, indipendente
e unita”. Il G7 ribadisce anche di volersi astenere da ogni attività preparatoria
del G8 a Sochi. Dobbiamo “sederci e parlare”, ha incoraggiato il segretario di Stato
Usa Kerry, che venerdì incontrerà il ministro degli esteri russo Lavròv a Londra.
Ma Mosca ribatte che le esercitazioni delle Forze armate ucraine lanciate nel pomeriggio
nell’est e sud del Paese rischiano di “destabilizzare ulteriormente la situazione”.
Intanto la Bielorussia allertata dalle missioni Nato alle sue frontiere ha chiesto
alla Russia di rafforzare la sorveglianza aerea comune. Mentre il Kighizistan insieme
al Kazakhstan, hanno preso le distanze da Mosca. In Crimea da segnalare lo stop dei
voli fino al 18 da Sinferopoli per Kiev, il sabotaggio dell’aeroporto di Sebastopoli
e l’annuncio di Mosca che da aprile le pensioni saranno pagate in rubli, e che le
banche subito dopo il referendum dovranno registrarsi in Russia. A questo punto
quanto spazio resta per la trattativa diplomatica e quanto è credibile l’ipotesi di
una guerra fredda? Gabriella Ceraso ne ha parlato con Alessandro Politi
analista politico e strategico:
R. – Lo spazio
per la trattativa, se proprio la follia collettiva non crea danni irreparabili, c’è
e come. Perché, alla fine, stiamo facendo di una questione secondaria un casus belli.
Non si può pensare che un accordo di associazione, quindi con scarsissimo valore politico
ed economico, diventi una posta in gioco così importante. Non si può pensare che un
governo di fatto, per quanto sostenuto da una parte importante dell’opinione pubblica
ucraina, sia un governo legittimato da delle elezioni. Poi ci sono naturalmente delle
esigenze primarie. Ma se si evitano irrigidimenti fuori luogo e tentativi egemonici
o neoimperialistici – forse – si riesce a trovare una soluzione ragionevole.
D.
– E nel cammino della diplomazia, questa dichiarazione oggi congiunta Unione Europea-G7,
questo parlare ad una voce a Mosca, dopo che già ieri sono arrivati degli aiuti economici,
almeno promessi, lei come lo legge in questo scacchiere di mosse internazionali?
R.
– Io credo che le parole di Barroso siano delle parole di carattere politico, però
poi la politica viene misurata in base a quello che si è realmente disposti a fare.
E se l’impegno sono 11 miliardi – di cui uno soltanto statunitense – mi pare francamente
poco. Ma c’è anche il problema che noi abbiamo la necessità di essere solidali con
i nostri Paesi partner dell’Unione Europea, che sono sotto attacco finanziario.