Nicaragua: piena disponibilità dei vescovi a dialogare con il governo su temi di interesse
nazionale
La Conferenza episcopale del Nicaragua manifesterà per scritto al Presidente Daniel
Ortega la sua totale disponibilità a dialogare con il governo: lo ha annunciato mons.
René Sócrates Sándigo Jirón, vescovo di Juigalpa e presidente della Conferenza episcopale
(Cen). “Vogliamo vedere la possibilità di trattare i problemi di interesse nazionale,
valutare insieme la realtà nazionale nicaraguense, e non c’è niente di meglio che
farlo con chi è il capo dell'amministrazione dello Stato” ha detto mons. Sándigo Jirón
durante la conferenza stampa dopo il secondo giorno di lavoro della Conferenza episcopale,
a Managua.
Già domenica scorsa il neo cardinale di Nicaragua, Leopoldo Brenes,
dopo la celebrazione della Messa a Matagalpa, aveva preannunciato che la Conferenza
episcopale, riunita da lunedì scorso per tre giorni per analizzare la situazione nazionale,
era ben disposta a dialogare con il governo. Secondo la nota inviata all’agenzia Fides
da una fonte locale, il cardinale Brenes ha ricordato l’incontro in occasione del
centenario della provincia ecclesiastica, quando il Nunzio apostolico aveva invitato
a pranzo tutti i vescovi, il Presidente della Repubblica e la first lady, con alcuni
membri della sua famiglia. La Chiesa cattolica infatti si è sempre detta disponibile
al dialogo, e lo aveva chiesto pubblicamente tempo addietro.
Ieri il presidente
della Cen ha dato l’annuncio: "Questo incontro è da concretizzare, vogliamo presentare
le nostre proposte raccolte da tutte le diocesi. Ci sono temi che riguardano la vita
sociale dei nostri cittadini: la famiglia, l'istruzione, la salute, la sicurezza pubblica
e i diritti umani, il problema della droga nei giovani, il problema delle carceri,
l'impatto delle miniere sull'ambiente, l'etica morale delle istituzioni”.
Fra
il governo del presidente Ortega e la Chiesa cattolica ci sono buoni rapporti, ma
molto distanti, perché i vescovi hanno criticato l’azione delle autorità riguardo
all'uso dei simboli religiosi nelle manifestazioni pubbliche, la concentrazione del
potere di rappresentanza e le accuse di presunta frode che hanno circondato le elezioni
del 2007, quando i sandinisti sono tornati al potere. (R.P.)