Giornate FAI di primavera: promuovere il patrimonio culturale, vera ricchezza dell'Italia
Un appuntamento con la cultura, l’arte e la natura: sono le giornate di primavera
organizzate dal FAI, il Fondo Ambiente Italiano, del 22 del 23 marzo, che quest’anno
giungono alla ventiduesima edizione. Il servizio è di Maura Pellegrini Rhao:
La missione
del FAI è di tutela, educazione e vigilanza del nostro patrimonio culturale. L’obiettivo
è tornare alla tradizione per poter costruire un futuro, destare le coscienze per
ricondurre ai luoghi e ai saperi, perché si difende ciò che si ama, ma si ama solo
ciò che si conosce. “Momenti di incontro e dono”, è così che Andrea Carantini,
presidente FAI, definisce le Giornate di Primavera, che quest’anno consentono
la visita a 750 luoghi culturali, grazie esclusivamente al lavoro di 7 mila volontari
e con la partecipazione di 22 mila studenti apprendisti ciceroni:
R. – Siamo
partiti nel ’93: avevamo aperto 50 luoghi in tutta Italia e la risposta è stata di
30 mila visitatori. Quest’anno abbiamo 750 luoghi e i visitatori saranno – prevediamo
– almeno 600 mila. Quindi è la più grande manifestazione culturale italiana, che quest’anno
– per di più – è dedicata ad Augusto. Dei 750 luoghi, 120 sono dedicati a questo imperatore,
che ha avuto la grande capacità di prendere un Impero che stava andando in pezzi,
riuscendo a ristrutturarlo e rimandandone la decadenza a molti secoli a venire.
D.
– Vogliamo ribadire l’importanza oggi per l'Italia di questi progetti che crescono?
R.
– Noi non abbiamo delle materie prime: non abbiamo petrolio, non abbiamo niente di
tutto ciò…. Ma abbiamo la cultura! La cultura è molto più del petrolio: perché il
petrolio inquina e poi si consuma; la cultura non si consuma mai, se uno la conserva!
Quindi se noi questo patrimonio, oltre a conservarlo, lo sappiamo valorizzare, lo
sappiamo comunicare al globo, perché il globo è interessato all’Italia - dalla Cina
all’India, al Brasile – allora troveremo anche da mangiare.
“Una Fondazione
indispensabile” è il commento di Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario dei
Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Lo stato del patrimonio culturale del
Paese è più che drammatico, nonostante questi beni rappresentino l’identità dei luoghi.
E’ fondamentale, dunque, avere una rete costituita da fondazioni come il FAI, così
che possa essere possibile un serio impegno da parte delle istituzioni politiche:
R.
– Il problema è il tempo. Noi abbiamo avuto 63 governi dalla fine della guerra, con
una durata media di 370 giorni: ora per avere una visione in questo Ministero, così
complesso, che ha a che fare con beni, dobbiamo avere il tempo per realizzarla! Quindi
la visione è porre al centro la valorizzazione del patrimonio culturale. I musei devono
essere visitati, i monumenti devono essere aperti e fruibili, però per arrivare a
questo risultato dobbiamo avere il tempo per poterlo realizzare. Quindi la premessa
è la stabilità politica, come per tutto.