Esercizi spirituali: non la religione ma la misericordia di Gesù salva l'uomo dal
peccato
Una riflessione sulla potenza della misericordia di Cristo, che salva da qualsiasi
peccato ogni uomo che lo cerchi, e una considerazione sulla differenza tra il linguaggio
che comunica la sapienza di Dio e quello che si ferma alla “sapienza del mondo”. Su
queste due tematiche, mons. Angelo De Donatis ha imperniato le meditazioni tenute
martedì pomeriggio e ieri mattina al Papa e alla Curia Romana, da quattro giorni impegnati
ad Ariccia negli esercizi spirituali della Quaresima. Il servizio di Alessandro
De Carolis:
Gesù era un
ottimo comunicatore non perché usasse parole “che volevano persuadere a tutti i costi”,
ma perché trasmetteva la sapienza di Dio, l’unica in grado di arrivare in fondo ai
cuori. Nel suo incontro della mattina, mons. Angelo De Donatis ha proposto al Papa
e ai suoi collaboratori una riflessione sul linguaggio e le sue trappole. L’uomo di
oggi, ha constatato, è ancora alla ricerca del linguaggio giusto, quello di Cristo,
che non è il linguaggio della forza e del potere ma quello della debolezza, che tutti
intendono, specie chi soffre. Un linguaggio di carità con cui Gesù comunica all’uomo
la grandezza di Dio e che consente all’uomo che lo fa proprio di rendere testimonianza
a Cristo stesso.
E l’amore, inteso come misericordia, è stato anche la chiave
di lettura della meditazione sviluppata da mons. De Donatis ieri pomeriggio, ispirata
dal brano del Vangelo di Marco in cui la donna ammalata di emorragie guarisce al solo
tocco del mantello di Gesù, gesto nel quale aveva riposto tutte le sue speranze. Condannata
dalla sua religione come impura – ha affermato il predicatore degli esercizi – la
donna sconfigge il suo male perché crede fermamente in Gesù. Anche oggi questo accade
quando, ha detto mons. De Donatis, la religione non permette di salvarsi all’uomo
che sta morendo per un peccato. Chi salva, ha ribadito, è Cristo, è la sua misericordia
e avere fede significa proprio avere un contatto con Lui vivo. Si costruiscono impalcature
enormi per arrivare a Cristo, ma non si riesce a incontrarlo, ha proseguito mons.
De Donatis, forse perché si seguono troppo le cose del mondo e si pensa poco al senso
del Battesimo, cioè al momento in cui la Chiesa ci ha accolti mentre eravamo morti
e ci ha restituiti vivi grazie al sangue di Gesù. Noi, ha concluso il predicatore
degli esercizi, non facciamo nulla per salvarci, fa tutto Dio. Per questo dobbiamo
ringraziarlo e ricordarci di camminare non davanti a Cristo ma con Lui.