2014-03-12 12:37:32

Centrafrica: a Bozoum la situazione è migliorata, ma nel resto del Paese rimane precaria


“A Bozoum le condizioni di sicurezza sono in via di miglioramento, per lo meno si è riusciti a bloccare il grosso delle violenze e dei furti che avvenivano nei giorni scorsi” dice all’agenzia Fides padre Aurelio Gazzera, missionario carmelitano a Bozoum, nel nord-ovest della Repubblica Centrafricana dove la situazione rimane precaria a causa delle violenze e delle rappresaglie tra gli ex ribelli Seleka e i gruppi “Anti balaka” Seleka è la coalizione dei gruppi ribelli, in gran parte composta da musulmani, che aveva preso il potere in Centrafrica nel marzo 2013 per poi essere cacciata dai gruppi degli Anti balaka, sovente descritti come composti da cristiani (anche se la storia di questi gruppi è più complessa). Gli Anti balaka si sono resi responsabili, a loro volta, di crimini contro i musulmani, ma pure dei cristiani che hanno preso le loro difese.

“Resta preoccupante la situazione a Bangui, la capitale, e nel centro nord del Paese, dove si sono concentrati i Seleka e i gruppi loro alleati che continuano a rappresentare una minaccia per centri urbani come Kaga Bandoro e Bambari - racconta il missionario -. Tra l’altro i ribelli continuano a perseguire l’idea di dividere queste aree dal resto del Centrafrica”. Sul piano alimentare padre Gazzera riferisce che “grazie alle pattuglie francesi e della Misca (Missione africana in Centrafrica) i rifornimenti, sia pure a fatica, riescono ad arrivare dal Camerun, mentre rimane grave la situazione dei rifugiati e degli sfollati”. “Nella missione cattolica di Carnot - dice padre Gazzera -, ad esempio, ci sono ancora migliaia di sfollati, e in generale, mentre buona parte dei musulmani è partita a causa delle violenze degli Anti balaka, chi è rimasto ha ancora paura e pochi sono rientrati nei villaggi di origine”.

Il missionario infine ricorda la visita effettuata la settimana scorsa dei leader della “piattaforma dei religiosi per la pace”. Mons. Dieudonné Nzapalainga, Oumar Kobine Layama, rispettivamente arcivescovo e imam di Bangui, e il Pastore Nicolas Grékoyamé-Gbangou, presidente delle Chiese Evangeliche. “I tre leader religiosi hanno partecipato alla riunione che ogni mattina facciamo a Bozoum con le poche autorità rimaste e le persone di buona volontà, al fine di coordinare la gestione della cosa pubblica. Il loro incoraggiamento ci è stato di aiuto” conclude padre Gazzera. (R.P.)

Ultimo aggiornamento 13 marzo







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