Una speranza per i bimbi del Sud Sudan: a Yirol apre un reparto di pediatria
Nella difficile e instabile situazione del Sud Sudan, l’Ong Medici con l’Africa Cuamm
ha inaugurato il reparto pediatrico nell’Ospedale di Yirol. La struttura accoglierà
3.500 piccoli malati ogni anno, dispone di una sala con 20 posti letto e un’unità
di terapia semi intensiva. Veronica Giacometti ha intervistato Giovanni
Putoto, responsabile della programmazione:
R. – Un bisogno
fondamentale riguarda l’ospedale di Yirol, nello Stato dei Laghi, nella Repubblica
del Sud Sudan che è l’unico riferimento ospedaliero per le mamme e i bambini. Adesso,
con l’inaugurazione della nuova pediatria – che arriva a 20 posti letto e che ospiterà
3500 bambini all’anno – riusciamo a dare una risposta più efficace ai tanti bisogni
che colpiscono queste categorie di persone vulnerabili.
D. – Com’è strutturato
il reparto: chi sono i medici, com’è l’equipaggiamento, chi sono questi piccoli malati…
R.
– Sono bambini che vivono nei tucul, delle capanne, appartengono alla popolazione
dinka, una tribù seminomade che vive a diretto contatto con il bestiame e sono
quindi soggetti a molte malattie, in primis la malaria ma anche la polmonite, l’enterite
ed a forme di malnutrizione. Il reparto è costituito da 20 posti letto, con due stanze
di ricovero da 10 letti ciascuna, due stanze per lo staff medico e infermieristico,
un magazzino, l’accettazione e l’ambulatorio. È stata anche costruita una sala per
un’unità di terapia semi intensiva: qui arrivano bambini in condizioni così gravi,
specie durante le epidemie di malaria, che necessitano un’assistenza ancora più intensa
in termini proprio di ausili. È stata realizzata con il contributo della Cooperazione
italiana, tramite un’agenzia delle Nazioni Unite che si chiama Unops, mentre l’equipaggiamento
– letti, aspiratori, barelle, carrelli, bilance, concentratori di ossigeno, lampade,
armadi – è stato reso possibile grazie al sostegno dei donatori di “Parole di Lulù”,
una fondazione di Niccolò Fabi e di sua moglie che si occupa dei diritti alla salute
dei bambini e che ha destinato alla pediatria le donazioni raccolte nell’edizione
2013 dell’evento annuale “Parole di Lulù”.
D. – Un miracolo se si pensa che
i lavori del reparto pediatrico sono stati ultimati durante la guerra in corso…
R.
– E’ proprio così. I lavori sono stati realizzati ed ultimati in una fase di crisi
del Paese – immaginate quindi le difficoltà logistiche – e avere il materiale, l’equipaggiamento,
è un potente segno di speranza. La nostra è un’organizzazione che ha 63 anni e si
chiama “Medici con l’Africa”: “con” l’Africa perché non basta essere “per” l’Africa,
a distanza ma dobbiamo stare con loro e costruire fianco a fianco, giorno dopo giorno
– tramite il sostegno al personale locale, tramite anche l’appoggio alle autorità
locali – un sistema che dia risposte ai bisogni assistenziali. È un segno di pace,
ma anche un segno di speranza, rivolti a queste popolazioni e al futuro di queste
genti.