2014-03-11 14:37:24

Una speranza per i bimbi del Sud Sudan: a Yirol apre un reparto di pediatria


Nella difficile e instabile situazione del Sud Sudan, l’Ong Medici con l’Africa Cuamm ha inaugurato il reparto pediatrico nell’Ospedale di Yirol. La struttura accoglierà 3.500 piccoli malati ogni anno, dispone di una sala con 20 posti letto e un’unità di terapia semi intensiva. Veronica Giacometti ha intervistato Giovanni Putoto, responsabile della programmazione: RealAudioMP3

R. – Un bisogno fondamentale riguarda l’ospedale di Yirol, nello Stato dei Laghi, nella Repubblica del Sud Sudan che è l’unico riferimento ospedaliero per le mamme e i bambini. Adesso, con l’inaugurazione della nuova pediatria – che arriva a 20 posti letto e che ospiterà 3500 bambini all’anno – riusciamo a dare una risposta più efficace ai tanti bisogni che colpiscono queste categorie di persone vulnerabili.

D. – Com’è strutturato il reparto: chi sono i medici, com’è l’equipaggiamento, chi sono questi piccoli malati…

R. – Sono bambini che vivono nei tucul, delle capanne, appartengono alla popolazione dinka, una tribù seminomade che vive a diretto contatto con il bestiame e sono quindi soggetti a molte malattie, in primis la malaria ma anche la polmonite, l’enterite ed a forme di malnutrizione. Il reparto è costituito da 20 posti letto, con due stanze di ricovero da 10 letti ciascuna, due stanze per lo staff medico e infermieristico, un magazzino, l’accettazione e l’ambulatorio. È stata anche costruita una sala per un’unità di terapia semi intensiva: qui arrivano bambini in condizioni così gravi, specie durante le epidemie di malaria, che necessitano un’assistenza ancora più intensa in termini proprio di ausili. È stata realizzata con il contributo della Cooperazione italiana, tramite un’agenzia delle Nazioni Unite che si chiama Unops, mentre l’equipaggiamento – letti, aspiratori, barelle, carrelli, bilance, concentratori di ossigeno, lampade, armadi – è stato reso possibile grazie al sostegno dei donatori di “Parole di Lulù”, una fondazione di Niccolò Fabi e di sua moglie che si occupa dei diritti alla salute dei bambini e che ha destinato alla pediatria le donazioni raccolte nell’edizione 2013 dell’evento annuale “Parole di Lulù”.

D. – Un miracolo se si pensa che i lavori del reparto pediatrico sono stati ultimati durante la guerra in corso…

R. – E’ proprio così. I lavori sono stati realizzati ed ultimati in una fase di crisi del Paese – immaginate quindi le difficoltà logistiche – e avere il materiale, l’equipaggiamento, è un potente segno di speranza. La nostra è un’organizzazione che ha 63 anni e si chiama “Medici con l’Africa”: “con” l’Africa perché non basta essere “per” l’Africa, a distanza ma dobbiamo stare con loro e costruire fianco a fianco, giorno dopo giorno – tramite il sostegno al personale locale, tramite anche l’appoggio alle autorità locali – un sistema che dia risposte ai bisogni assistenziali. È un segno di pace, ma anche un segno di speranza, rivolti a queste popolazioni e al futuro di queste genti.







All the contents on this site are copyrighted ©.