I martiri di Farneta. Una strage dimenticata dalla storia
Una storia rimasta nascosta ma che merita di essere conosciuta per il suo alto valore
cristiano. E’ la vicenda dei dodici monaci della certosa di Farneta, in provincia
di Lucca, fucilati dai tedeschi nel settembre del 1944 perche nascondevano nel monastero
un centinaio di ricercati dai nazifascisti, tra cui dissidenti politici, partigiani
ed ebrei. Ora Luigi Accattoli, già vaticanista del Corriere della Sera, ne
ha fatto un libro “La Strage di Farneta”, edito da Rubbettino. Alessandro Guarasci
ha sentito lo stesso Accattoli:
R. – Tra le stragi della Seconda Guerra Mondiale,
questa è quella che ha il più forte significato cristiano. Mi sembrava veramente strano
che non venisse onorata. Sono 12 monaci, che non sono morti per una rappresaglia ma
sono morti perché ospitavano e proteggevano dei perseguitati.
D. – Eppure,
se n’è occupata anche la Magistratura …
R. – Si sono fatti tre processi, e
si sa tutto, è molto ben documentata. Ma c’è stato un concorso di cause: la prima
è che i certosini non ricordano i loro morti, non pubblicizzano la loro storia; il
secondo motivo è che c’è stato un conflitto tra la storiografia laica e la storiografia
cattolica sull’interpretazione dell’evento. C’era una storiografia di matrice azionista
e comunista che considerava questi monaci appartenenti alla Resistenza, e fu data
loro anche una medaglia d’oro al valore militare. In un anniversario della strage,
Craxi andò, per la sua tendenza, per la sua passione a ricordare gli eventi della
Resistenza; ed è l’unica commemorazione pubblica di tipo nazionale che si sia mai
fatta.