Giappone: silenzio in ricordo del sisma del 2011. P. Bianchin: uomo rispetti la natura
3 anni fa, la peggiore tragedia in Giappone dal dopoguerra, quando alle 14.46 ora
locale la terra tremò al 9° grado della scala Richter e lo tsumani travolse il nordest
del Paese, causando oltre 18 mila morti e dispersi e provocando uno dei più gravi
incidenti nucleari nella centrale atomica di Fukushima, che portò all’evacuazione
di circa 200 mila persone, di cui 50 mila non sono ancora potute rientrare nelle loro
case. Per ricordare questo evento luttuoso, il Giappone ha osservato ieri un minuto
di silenzio raccoglimento in memoria delle vittime. Roberta Gisotti ha raggiunto
telefonicamente a Tokyo padre Mario Bianchin, superiore generale del Pontificio
Istituto Missione estere (Pime), in Giappone:
D. - Padre
Bianchin con quale sentimento il popolo giapponese sta vivendo questo triste anniversario?
Quanta sofferenza ancora permane di quei drammatici giorni?
R. – Oggi, tutto
il Giappone ricorda gli avvenimenti di tre anni fa in vari modi. Per quanto riguarda
la Chiesa, oggi abbiamo celebrato una Messa con una liturgia speciale, con orazioni
proprie, che ricordano appunto questo avvenimento, in cui si prega per i defunti,
per chi ha perso la casa, gli amici, tutto... Per chi soffre ancora le conseguenze
e per tutto il Paese, perché si adoperi per scongiurare le conseguenze del disastro
nucleare e perché l’uomo impari a essere umile e a guardare la natura con rispetto
e riconoscenza. Per quanto riguarda invece la società civile, per esempio il notiziario
della sera in televisione invece di essere di mezz’ora è di un’ora e prende in esame
i vari aspetti dell’avvenimento.
D. – Le autorità hanno dato le risposte che
il popolo giapponese attendeva per gli indennizzi, ma anche per la sicurezza degli
impianti nucleari e per la difesa dei più deboli nel Paese, le popolazioni rurali,
che in genere gravitano intorno agli impianti nucleari?
R. – Attualmente, c’è
dibattito sull’argomento delle centrali nucleari, che al momento sono tutte ferme,e ovviamente questo pone grossi problemi dal punto di vista del bisogno di energia
nel Paese, ma credo che la coscienza e la gravità dei fatti sia diffusa tra la popolazione
e vedremo cosa il governo deciderà. Ricordo tre anni fa quando avvenne questo incidente,
ero senza luce, senza elettricità, senza poter contattare l’Italia fino alle 3 del
mattino. Adesso, sembra una cosa lontana e irreale, perché tutto sembra tornato alla
normalità, ma certamente è una cosa che non possiamo dimenticare.