2014-03-11 20:41:47

Esercizi spirituali. Mons. De Donatis: l'uomo liberato da Cristo per arrivare all'amore misericordioso di Dio


“L’uomo è come un melograno: all’interno ha tanti piccoli semi carnosi, tanti quanti sono gli elementi del creato. Dio li ha messi tutti insieme in un impasto, sul quale ha poi effuso il soffio della vita. Mentre ieri mattina — in apertura della terza giornata di esercizi spirituali per Papa Francesco e la Curia romana nella casa Divin Maestro ad Ariccia — mons. Angelo De Donatis offriva quest’immagine della creazione dell’uomo, ha mostrato proprio un bel frutto di melograno, maturo e compatto, quasi a rendere l’idea della bellezza della creatura umana”. Lo riporta l’Osservatore Romano. Si tratta però di una bellezza che è destinata a disfarsi se si impedisce “all’amore misericordioso” di Dio “di penetrare in profondità”, perché allora accade che ognuno di quei piccoli semi “colto dalla voglia di autoaffermazione, cerca di espandersi in un confronto dispotico con gli altri, sino a provocare l’esplosione e dunque la disintegrazione del frutto”. Una metafora usata per spiegare l’effetto del male che si impadronisce dell’uomo. Mons. De Donatis – ricorda ancora l’Osservatore Romano - “si è riferito inizialmente al racconto dell’incontro di Gesù con l’indemoniato narrato dall’evangelista Marco, del quale ha riproposto i momenti salienti”: il dialogo, la domanda di Gesù per conoscere quale fosse il suo nome; il definirsi “legione” da parte del demone, a indicare un numero enorme di coloro che avevano preso possesso di quell’uomo; “la loro richiesta di essere almeno trasferiti tutti nel branco di porci che era lì nei pressi e che, una volta ottenuto da Gesù il consenso, hanno fatto impazzire sino a provocarne il suicidio di massa per affogamento nel mare”. Mons. De Donatis ha spiegato che l’episodio, “per la reazione dei proprietari dei maiali ci avvicina a quanto accade oggi nel mondo”: “nessuno, narra Marco, si accorse di quel giovane che, liberato dal demone, tornava alla vita, perché erano piuttosto preoccupati del danno economico provocato dalla morte di quei duemila maiali, al punto da cacciare Gesù” . Dunque “un’ideologia economica ha impedito a quegli uomini di incontrare Gesù”. “Di fronte all’ideologia economica pagana, si pone la religione”, ha ricordato mons. De Donatis sottolineando che Gesù caccia il demone e l’uomo si ritrova “liberato da Cristo”. “Dio l’ha salvato” perché arrivasse al Suo amore misericordioso. “E per arrivare a questo amore, ha avvertito mons. De Donatis, abbiamo bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo”: “non servono infatti le nostre opere per arrivare a Dio”, quello “che è necessario è l’essenzialità dell’amore in Cristo”. La meditazione di lunedì pomeriggio era stata invece dedicata in gran parte “al rapporto tra opere dell’uomo e grazia di Dio”, riferisce ancora l’Osservatore Romano. E mons. De Donatis “aveva ricordato in particolare che il nostro compito non è far vedere al mondo cosa fa la Chiesa, cosa fanno i preti, cosa fanno i cristiani, ma far vedere che cosa Dio fa attraverso di noi. Quando invece mettiamo in primo piano il nostro impegno, le nostre opere, allora rischiamo di diventare mondani”.

Ultimo aggiornamento: 12 marzo







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