2014-03-10 16:53:58

Un anno con Francesco


RealAudioMP3 "Andare verso le periferie esistenziali significa vivere nel mondo, a contatto di tutti. Significa uscire per andare incontro a chi ha più bisogno di aiuto, solidarietà e amore. Dietro questa necessità c'è soprattutto la nuova esigenza di evitare ogni esclusione. Un tempo si parlava di lotta sociale, fra lavoratori e padroni. Oggi, la sofferenza più forte nel mondo è quella di chi viene escluso da un sistema che non perdona, che non accetta debolezze e inferiorità. La periferia, sia sul piano urbanistico che su quello esistenziale, è frutto proprio del 'mettere da parte', del non accettare l'eguaglianza". P. Fabrizio Valletti sj, Superiore della comunità dei Gesuiti di Scampia (Napoli) e collaboratore della rivista Popoli commenta così uno dei concetti chiave del magistero di Papa Francesco. Proprio per iniziativa del magazine internazionale dei gesuiti popoli, il 12 marzo a Milano, si svolgerà l'incontro 'Un anno con Francesco', dove alcune firme del mensile rileggeranno i primi 12 mesi del primo Papa gesuita attraverso sue parole o frasi diventate celebri. Accanto a p. Valletti ci sarà, tra gli altri, sr. Elisa Kidané, missionaria comboniana e giornalista, che commenta l'invito di Francesco alle consacrate (8 maggio 2013) a essere "madri e non zitelle". "Tutte noi donne, in fondo, sentiamo di essere madri. Ci viene naturale. Nella madre c'è la pienezza della femminilità", spiega. "Essere madre significa essere capaci di accogliere. Nell'immaginario comune, infatti, il concetto di madre evoca attenzione, finezza, capacità di donazione totale". "Il Papa, in fondo, - spiega sr. Elisa Kidanè- ci ha chiesto di ritornare ad essere ciò che veramente siamo. Ci ha chiesto di non far sì che la vita religiosa ci trasformi in fanciulle immature, ma di essere vere donne, capaci di darsi completamente". L'attore comico Giacomo Poretti, componente del trio 'Aldo, Giovanni e Giacomo', e da anni collaboratore di Popoli, commenta invece una frase pronunciata dal Papa il 4 ottobre ad Assisi : "Litigate quanto volete. Se volano i piatti, lasciateli. Ma mai finire la giornata senza fare la pace!". "Con questa battuta, apparentemente banale, il Papa dimostra una profonda conoscenza dei rapporti umani. Sa bene che non sono solo idilliaci e possono in qualsiasi momento dimostrare asperità e difficoltà. Non ci si può sottrarre al litigio e all'incomprensione. L'importante però è, alla fine della giornata, arrivare a chiedere scusa, arrivare a fare la pace". "Il Papa sa usare l'ironia e sa quanto possa cogliere nel profondo", aggiunge Poretti. "Si sente da come parla che proviene da una grande diocesi, dov'è stato costantemente a contatto con la gente e ha conosciuto tanti problemi concreti. Questo lo ha aiutato molto e sta aiutando molte persone". (a cura di Fabio Colagrande)







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