2014-03-10 15:00:17

Fede, arte e cultura a Roma: restaurata la chiesa dei Cappuccini a Via Veneto


Dopo un restauro durato quasi due anni, la chiesa di Santa Maria Immacolata dei Cappuccini, in Via Veneto a Roma, torna al proprio splendore: sono infatti rivenuti alla luce preziosi capolavori dell'arte italiana, quasi del tutto dimenticati. Alla presentazione del restauro, ieri, anche il ministro generale dei Frati Minori Cappuccini, frà Mauro Jöhri. Il servizio di Giada Aquilino:RealAudioMP3

La tradizione dei frati assegna il Crocifisso ligneo, che accoglie i fedeli a Santa Maria Immacolata, al disegno di Michelangelo. Del Domenichino invece il "San Francesco d’Assisi sorretto dall’Angelo dopo le stimmate". Il "San Michele Arcangelo" è di Guido Reni. Col restauro, torna all’antico splendore la chiesa dei Cappuccini a Via Veneto, in un complesso voluto da papa Urbano VIII Barberini, che raccoglie le testimonianze più esemplari della pittura romana del 1600, ispirata alle forme sia classiciste sia neovenete dell’arte, con una singolare adesione al nascente Barocco. Daniela Porro, soprintendente per il patrimonio storico-artistico e museale di Roma:

“L’interno della chiesa è stato completamente restaurato: duemila metri quadrati di superficie pittorica. Ricordo, in particolare, il dipinto della volta a botte del Cocetti, del ‘700, raffigurante l’'Assunzione della Vergine'; e poi il pavimento ottocentesco; 29 fra tavole e tele, che decorano le dieci cappelle laterali; il coro settecentesco, realizzato da abili frati intagliatori. E anche l’altare marmoreo, il cui restauro ha portato ad una scoperta: i marmi, infatti, provengono dalla Fabbrica di San Pietro ed è stata ritrovata pure la firma dell’artefice, lo scultore Luca Fancelli. E’ stata poi restaurata una bellissima scultura in stucco, raffigurante l’'Immacolata', un’opera del ‘700, la cui superficie era completamente coperta da pitture successive: è del Maini ed è particolarmente bella ed importante, perché il modello è servito per la scultura d’argento realizzata per la Cattedrale di Lisbona, andata perduta. Il restauro, infine, non ha riguardato soltanto la chiesa superiore, ma anche la facciata: il portone ligneo ed un rilievo”.

A maggio prossimo, un ciclo di conferenze approfondirà il restauro effettuato. Ce ne parla lo storico dell’arte Giorgio Leone, progettista e direttore dei lavori:

“Abbiamo cercato di fare un restauro che interessasse tutta la chiesa. Abbiamo preso la chiesa in consegna, dopo tutta la progettazione, a marzo del 2012, e la riconsegniamo oggi, dopo avere restaurato praticamente tutto e in parte fatto degli interventi di manutenzione: dalle tele alle pitture murali, ai legni, ai marmi ed anche agli ex voto e a tutte le lampade. Abbiamo concepito un sistema di illuminazione nuovo, per facilitare proprio la visione delle tele, delle pale d’altare, che sono sicuramente oggetto di devozione, mantenute così da sempre dai Cappuccini, ma che sono al contempo dei capisaldi della pittura italiana”.

Nei due anni di lavori, tanti i fedeli e i pellegrini che hanno atteso il ricupero di quella che è comunemente chiamata "chiesa dei romani". Ce ne parla il rettore, padre Rinaldo Cordovani:

R. – La particolarità è che si tratta della prima chiesa a Roma dedicata all’Immacolata Concezione di Maria. I Cappuccini hanno la spiritualità della regola francescana: i Francescani hanno avuto sempre il culto, oltre che del Cristo Crocifisso, del Cristo del presepe, a La Verna e Greccio, anche della Madre di Gesù. San Francesco diceva: “Dobbiamo venerare Maria, perché ha reso Dio nostro fratello”. E qui abbiamo questa soddisfazione di avere, grazie a Urbano VIII e a suo fratello, Antonio Barberini, che era frate cappuccino, la prima chiesa a Roma dedicata all’Immacolata concepita senza peccato originale.

D. – Padre, un’altra particolarità della chiesa dei Cappuccini a Via Veneto è la cripta...

R. – La cripta custodisce i resti dei Cappuccini della prima generazione, quindi 1529-1530. L’opera d’arte che poi è stata realizzata nel cimitero, con i resti mortali dei frati, verso la metà del ‘700, ha un messaggio di vita. San Francesco diceva: “Laudato sii mi Signore per sora luna, le stelle, sora acqua”. Ma diceva anche: “Laudato sii mi Signore per sora nostra morte corporale”. E in questa spiritualità francescana della morte che è sorella – perché chiude la vita del tempo ma apre quella dell’eternità – è stata fatta quest’opera d’arte cimiteriale, che è un messaggio di vita, di resurrezione, di eternità.

Un traguardo importante per i Cappuccini stessi quello del restauro della chiesa di Santa Maria Immacolata. Padre Gianfranco Palmisani, provinciale romano dei Frati Minori Cappuccini:

R. - Per noi, questa è la chiesa madre, la chiesa dell’Ordine, direi. Oggi, infatti, ci sono i Cappuccini del Lazio, ma nel passato questa era anche la chiesa della Curia generale, quindi del ministro generale dell’Ordine. E’ una chiesa, dunque, importantissima per tutto l’Ordine cappuccino del mondo.

D. – Dal 1600 ad oggi, il messaggio che avete trasmesso qual è?

R. – La vita di fraternità, da San Francesco, perché per noi la testimonianza della fraternità è l’elemento, il messaggio più importante.

Ultimo aggiornamento: 11 marzo







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