2014-03-08 14:26:46

Unicef: stop ai bambini soldato entro il 2016


Entro il 2016 “Stop ai bambini soldato”: è questa l’iniziativa presentata a New York da Unicef, Onu e ong partner. La comunità internazionale raddoppierà il proprio impegno per accompagnare gli Stati che ancora prevedono il reclutamento e l’impiego di bambini nelle forze armate affinché si attuino misure di prevenzione del fenomeno. Veronica Giacometti ha intervistato Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia:RealAudioMP3

R. – Questi bambini vengono coinvolti drammaticamente nelle guerre anche e soprattutto contro voglia, con violenza. Quindi vanno tutelati perché in occasione di questo loro coinvolgimento sono esposti a rischi e a violenze di ogni tipo, destinati a svolgere mansioni anche come “schiavi sessuali”, per intenderci. Noi siamo impegnati da parecchi anni a livello mondiale per l’eliminazione di questo dramma. Tali bambini vengono catapultati in un conflitto e spinti, a volte anche costretti, ad uccidere, in tutti i modi. A volte vengono pure drogati. Il recupero di questi bambini per noi è fondamentale perché, se vogliamo sostenere la Convenzione sui diritti dell’infanzia, questa vergogna a livello mondiale deve cessare.

D. – Qual è concretamente l’aiuto della comunità internazionale? Quali sono le attività e i progetti previsti?

R. - Le iniziative concrete che noi abbiamo in animo di realizzare e che rientrano proprio nel protocollo che abbiamo sottoscritto, riguardano essenzialmente un recupero dei giovani da un punto di vista psicologico, quindi un aiuto a questi ragazzi per cercare di reinserirli. Lo facciamo essenzialmente attraverso la scuola, perché questi sono ragazzi che hanno abbandonato gli studi. Ma noi vogliamo anche spingerci oltre, cercando di proiettare la scuola verso un’occupazione futura o un’attività lavorativa. Ma non soltanto questo. Pensiamo anche di aiutare lo stesso Paese, lo stesso governo, perché crei strutture permanenti per quanto riguarda i giovani. Questi interventi poi si traducono anche in opportunità economiche per questi ragazzi, per poter riprendere la loro attività.

D. – Quante sono le probabilità reali che entro il 2016 non esistano più i bambini soldato?

R. – Prefissarsi un traguardo vuol dire mettere in gioco la propria attività e quindi il proprio impegno per cercare di raggiungerlo. Ci sono buone probabilità, non possiamo dire di no. Quando fissiamo degli obiettivi lo facciamo con attenzione. Ci sono possibilità, poi qui si tratta di condividere una scelta che, dopo tutto, non è che in questo momento agevoli tanto i Paesi che praticano questa azione nei confronti dei bambini, dei giovani, dei ragazze e delle ragazze. Noi siamo molto fiduciosi per il raggiungimento entro il 2016.







All the contents on this site are copyrighted ©.