Messaggio del Papa agli istituti religiosi: amministrate i beni con trasparenza, attenti
a tutte le povertà
Occorre vigilare attentamente affinché i beni degli Istituti religiosi “siano amministrati
con oculatezza e trasparenza” e perché siano ancora oggi, per la Chiesa e per il mondo,
gli avamposti dell’attenzione a tutti i poveri e a tutte le miserie, materiali, morali
e spirituali”: è quanto ha affermato il Papa nel suo messaggio per il Simposio Internazionale
organizzato a Roma dalla Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata, sul tema
“La gestione dei beni ecclesiastici degli Istituti di vita consacrata e delle Società
di vita apostolica a servizio dell’humanum e della missione nella Chiesa”.
“Il
nostro tempo – afferma il Papa - è caratterizzato da rilevanti cambiamenti e progressi
in numerosi campi, con conseguenze importanti per la vita degli uomini. Tuttavia,
pur avendo ridotto la povertà, i traguardi raggiunti spesso hanno contribuito a costruire
un’economia dell’esclusione e dell’inequità: «Oggi tutto entra nel gioco della competitività
e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole» (cfr Esort. ap.
Evangelii gaudium, 53). Di fronte alla precarietà in cui vive la maggior parte degli
uomini e delle donne del nostro tempo, come pure di fronte alle fragilità spirituali
e morali di tante persone, in particolare i giovani, come comunità cristiana ci sentiamo
interpellati.Gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica possono
e devono essere soggetti protagonisti e attivi nel vivere e testimoniare che il principio
di gratuità e la logica del dono trovano il loro posto nell’attività economica. Il
carisma fondazionale di ciascun Istituto è inscritto a pieno titolo in questa “logica”:
nell’essere-dono, come consacrati, date il vostro vero contributo allo sviluppo economico,
sociale e politico. La fedeltà al carisma fondazionale e al conseguente patrimonio
spirituale, insieme alle finalità proprie di ciascun Istituto, rimangono il primo
criterio di valutazione dell’amministrazione, gestione e di tutti gli interventi compiuti
negli Istituti, a qualsiasi livello: «La natura del carisma dirige le energie, sostiene
la fedeltà ed orienta il lavoro apostolico di tutti verso l’unica missione» (Esort.
ap. postsin. Vita consecrata, 45)”.
“Occorre vigilare attentamente – sottolinea
il Papa nel suo messaggio - affinché i beni degli Istituti siano amministrati con
oculatezza e trasparenza, siano tutelati e preservati, coniugando la prioritaria dimensione
carismatico-spirituale alla dimensione economica e all’efficienza, che ha un suo proprio
humus nella tradizione amministrativa degli Istituti che non tollera sprechi ed è
attenta al buon utilizzo delle risorse. All’indomani della chiusura del Concilio Vaticano
II, il Servo di Dio Paolo VI richiamava a “una nuova ed autentica mentalità cristiana”
e a un “nuovo stile di vita ecclesiale”: «Notiamo con vigile attenzione come in un
periodo come il nostro, tutto assorbito nella conquista, nel possesso, nel godimento
dei beni economici, si avverta nella opinione pubblica, dentro e fuori della Chiesa,
il desiderio, quasi il bisogno, di vedere la povertà del Vangelo e la si voglia ravvisare
maggiormente là dove il Vangelo è predicato, è rappresentato» (Udienza generale del
24 giugno 1970).Ho voluto richiamare tale bisogno anche nel Messaggio per la Quaresima
di quest’anno. Gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica sono
stati sempre voce profetica e testimonianza vivace della novità che è Cristo, della
conformazione a Colui che si è fatto povero arricchendoci con la sua povertà. Questa
povertà amorosa è solidarietà, condivisione e carità e si esprime nella sobrietà,
nella ricerca della giustizia e nella gioia dell’essenziale, per mettere in guardia
dagli idoli materiali che offuscano il senso autentico della vita”.
Il Papa
conclude così il suo messaggio: “Non serve una povertà teorica, ma la povertà che
si impara toccando la carne di Cristo povero, negli umili, nei poveri, negli ammalati,
nei bambini. Siate ancora oggi, per la Chiesa e per il mondo, gli avamposti dell’attenzione
a tutti i poveri e a tutte le miserie, materiali, morali e spirituali, come superamento
di ogni egoismo nella logica del Vangelo che insegna a confidare nella Provvidenza
di Dio”.