"Donne di moda-il dress code della Bibbia": l'originale volume di don Pavanello
“Donne di moda-il dress code della Bibbia” è il nuovo libro di don Massimo Pavanello,
sacerdote della diocesi di Milano. Il volume è stato pubblicato in occasione della
Settimana della Moda, svoltasi nei giorni passati nel capoluogo lombardo. Un libro
che prende spunto dall’abbigliamento delle donne bibliche con il velo, il mantello,
la tunica e i sandali. I personaggi analizzati con le loro caratteristiche richiamano
però realtà attuali. Veronica Giacometti ha intervistato l’autore del libro,
don Massimo Pavanello:
R. - A Milano,
già il cardinale Montini, che diventerà poi Paolo VI, fece una missione popolare nel
1957: era rivolta alle parrocchie, ma anche a diverse categorie di lavoratori. Penso
ai tassisti, agli avvocati e, tra questi, anche le modelle… Studiando, appunto, quel
periodo mi è venuta questa idea: anche perché Milano è la capitale del fashion e quindi
ho ritenuto che la Chiesa dovesse dire una parola anche a questi speciali visitatori
della città. Mi sembrava opportuno che la Chiesa - sia per la Lettera pastorale del
nostro cardinale Scola, sia per le indicazioni del Papa - potesse allargasse il
proprio orizzonte, tendendo una mano di amicizia a questo settore.
D. - Dress
code della donna biblica: ci spiega le sue caratteristiche?
R. -
Io mi sono immaginato una ideale donna biblica vestita con un velo, un mantello, una
tunica, una cintura e dei sandali. Ho raccolto tutti quei passi biblici che trattano
dei singoli temi. Da lì è emersa la tematica, che è una tematica non soltanto estetica,
ma anche una tematica etica: il vestito è un modo per relazionarsi. Dio stesso si
è relazionato con gli uomini in questo modo.
D. - Quali personaggi, raccontati
da lei nel libro, sono i più significativi e richiamano l’attualità?
R. - I
personaggi sono tutti femminili e questa è una particolarità di questo libro. Sulamita
che è la donna per eccellenza, la donna ideale del Cantico dei Cantici. C’è quindi
desiderio di amore, che anche oggi attraversa l’umanità. Ma ci sono anche situazioni
molto concrete: penso a Tabita, che era una sarta - quindi ancora in dialogo con questo
mondo - oppure alla sorella violentata da parte del fratellastro. Sono tematiche che
anche oggi attraversano la società e devono essere tenute presenti.
D. - Perché
ha scelto la preghiera di Tonino Bello, “Maria, donna elegante”?
R. - Perché
in genere noi pensiamo a Maria come una donna idealizzata e fuori dal mondo: Maria
è una donna, prima di tutto; è una giovane ragazza; è una madre ed è una sposa. Quindi
si è relazionata al proprio tempo e con i propri contemporanei. Rivedere nelle preghiere
di Tonino Bello questa donna, presenta una caratterista della giusta misura, perché
non dimentichiamo che moda deriva dal latino “modus”, che vuol dire equilibrio, giusta
misura, regola. Maria si propone così: non inibisce una parte di sé. E’ donna, è sposa,
è madre: non mortifica nulla, ma tiene tutto in equilibrio.