2014-03-08 16:29:13

"Donne di moda-il dress code della Bibbia": l'originale volume di don Pavanello


“Donne di moda-il dress code della Bibbia” è il nuovo libro di don Massimo Pavanello, sacerdote della diocesi di Milano. Il volume è stato pubblicato in occasione della Settimana della Moda, svoltasi nei giorni passati nel capoluogo lombardo. Un libro che prende spunto dall’abbigliamento delle donne bibliche con il velo, il mantello, la tunica e i sandali. I personaggi analizzati con le loro caratteristiche richiamano però realtà attuali. Veronica Giacometti ha intervistato l’autore del libro, don Massimo Pavanello:RealAudioMP3

R. - A Milano, già il cardinale Montini, che diventerà poi Paolo VI, fece una missione popolare nel 1957: era rivolta alle parrocchie, ma anche a diverse categorie di lavoratori. Penso ai tassisti, agli avvocati e, tra questi, anche le modelle… Studiando, appunto, quel periodo mi è venuta questa idea: anche perché Milano è la capitale del fashion e quindi ho ritenuto che la Chiesa dovesse dire una parola anche a questi speciali visitatori della città. Mi sembrava opportuno che la Chiesa - sia per la Lettera pastorale del nostro cardinale Scola, sia per le indicazioni del Papa - potesse allargasse il proprio orizzonte, tendendo una mano di amicizia a questo settore.

D. - Dress code della donna biblica: ci spiega le sue caratteristiche?

R. - Io mi sono immaginato una ideale donna biblica vestita con un velo, un mantello, una tunica, una cintura e dei sandali. Ho raccolto tutti quei passi biblici che trattano dei singoli temi. Da lì è emersa la tematica, che è una tematica non soltanto estetica, ma anche una tematica etica: il vestito è un modo per relazionarsi. Dio stesso si è relazionato con gli uomini in questo modo.

D. - Quali personaggi, raccontati da lei nel libro, sono i più significativi e richiamano l’attualità?

R. - I personaggi sono tutti femminili e questa è una particolarità di questo libro. Sulamita che è la donna per eccellenza, la donna ideale del Cantico dei Cantici. C’è quindi desiderio di amore, che anche oggi attraversa l’umanità. Ma ci sono anche situazioni molto concrete: penso a Tabita, che era una sarta - quindi ancora in dialogo con questo mondo - oppure alla sorella violentata da parte del fratellastro. Sono tematiche che anche oggi attraversano la società e devono essere tenute presenti.

D. - Perché ha scelto la preghiera di Tonino Bello, “Maria, donna elegante”?

R. - Perché in genere noi pensiamo a Maria come una donna idealizzata e fuori dal mondo: Maria è una donna, prima di tutto; è una giovane ragazza; è una madre ed è una sposa. Quindi si è relazionata al proprio tempo e con i propri contemporanei. Rivedere nelle preghiere di Tonino Bello questa donna, presenta una caratterista della giusta misura, perché non dimentichiamo che moda deriva dal latino “modus”, che vuol dire equilibrio, giusta misura, regola. Maria si propone così: non inibisce una parte di sé. E’ donna, è sposa, è madre: non mortifica nulla, ma tiene tutto in equilibrio.







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