Gli Usa sull'Ucraina: le azioni di Mosca violano la sovranità territoriale
Duro confronto telefonico tra Obama e Putin. Il presidente americano ha ribadito al
presidente russo, che le azioni di Mosca ''violano la sovranita' dell’Ucraina e la
sua integrita' territoriale''. Intanto è stato confermato il referendum che la Crimea
terrà il 16 marzo per l’annessione alla Russia. Alessandro Guarasci:
E’ sempre
più braccio di ferro tra Washington e Mosca sull’Ucraina. Il presidente Usa Obama
ha ribadito che ci saranno sanzioni a cittadini russi e ucraini “responsabili delle
minacce alla sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina”. No poi dagli Stati
Uniti al referendum con cui il 16 marzo i cittadini della Crimea dovranno scegliere
tra Kiev e Mosca perché definito “incostituzionale”. Concetti espressi da Obama anche
in una telefonata con Putin, per ribadire che "c'è un modo per risolvere la situazione
con mezzi diplomatici" nell’interesse di tutti. Putin ha risposto ricordando "l'importanza
delle relazioni russo-americane per garantire la stabilità e la sicurezza del mondo”,
“relazioni che – ha detto il presidente russo - non devono essere sacrificate da problemi
internazionali isolati”. Dura anche l’Europa. Il presidente della Ue Van Rompuy ha
chiesto alla Russia di cominciare presto i negoziati per l’Ucraina altrimenti ci saranno
sanzioni. Soprattutto in Polonia c’è preoccupazione, tantoché gli Usa hanno caccia
e uomini nel Paese. La cancelliera tedesca Angela Merkel al termine a Bruxelles del
vertice straordinario sull'Ucraina ha detto che la Ue è molto delusa dalla Russia
ed è pronta ad “agire” e a riunirsi “in qualsiasi momento”.
Degli equilibri
in atto e dell'impegno delle diplomazie occidentali, Fausta Speranza ha parlato
con Daniele De Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all'Università
del Salento:
R. – Credo che
tutti stiano prendendo tempo, sia ad est che ad ovest. Come credo sia logico e razionale
in una situazione del genere. L’Unione Europea prende il suo tempo, gli Stati Uniti
lo stesso, la Nato non si esprime ancora e lo stesso deve fare la Russia. Certo, il
referendum indetto dal parlamento della Crimea è una forte accelerazione, anche perché
è un referendum che si terrà a brevissimo. Quindi, sì, è necessario prendere tempo
ma senza esagerare.
D. – Che dire del fatto che è stato fissato il referendum
per i cittadini ma nel frattempo il Parlamento ha già votato per l’annessione alla
Russia...
R. – Bisogna stare attenti: sì, ha votato per l’annessione alla Russia,
però il referendum parla - da quello che si legge - di un aumento dell’autonomia della
Crimea all’interno dell’Ucraina. Le notizie che arrivano a volte sono un po’ contraddittorie.
Quindi, in questo momento forse dobbiamo veramente prendere tempo e vedere come si
sistemano le cose.
D. – Dagli Stati Uniti è stata fatta la richiesta a Mosca
di colloqui diretti tra la Russia e l’Ucraina...
R. – Ci saranno sicuramente.
Penso che, in maniera segreta, non si siano mai interrotti definitivamente i contatti
tra le due parti. Solo in caso di guerra esplicita i contatti si interrompono. Quindi,
non so se nelle prossime ore ci potranno essere questi contatti, ma sicuramente un
contatto bilaterale tra Mosca e Kiev è assolutamente necessario e credo che le due
parti lo auspichino.
D. – Quali altri fattori pensare che debbano essere messi
in gioco?
R. – A questo punto, non voglio usare mie parole ma consiglio la
lettura di un’ottima analisi fatta dall’ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger.
Suggerisce che Est ed Ovest devono considerare molte cose che si trovano sul tavolo.
L’Occidente deve prendere in considerazione l’ipotesi che mai la Russia ha considerato,
o considera, cioè l’Ucraina come parte completamente staccata dalla Russia stessa.
E' assolutamente necessario che l’Ucraina non venga spinta a fare una scelta tra Est
ed Ovest, ma che possa essere proprio l’anello di congiunzione tra Est ed Ovest e,
fondamentalmente – questa è una cosa che deve essere tenuta presente – non bisogna
assolutamente fare pressioni sull’Ucraina perché entri nella Nato. Se l’Ucraina dovesse,
per qualsiasi ragione, entrare nella Nato, allora sì che dovremmo preoccuparci di
una possibile mossa russa.
E di Ucraina si è discusso anche a Roma, alla Farnesina,
nel corso della Conferenza internazionale sulla Libia. Presenti i ministri degli esteri
di numerosi Paesi e il segretario di stato americano Kerry che, a margine della Conferenza,
si è incontrato con il ministro degli Esteri russo, Lavrov. Dal colloquio sulla situazione
in Ucraina è emersa l’assenza di accordo tra Usa e Russia. A seguire la conferenza
stampa finale dei lavori c’era per noi Elvira Ragosta.
Una soluzione
politica e non militare della crisi in Ucraina: dalla conferenza di Roma la proposta
di un gruppo di contatto è arrivata al ministro degli Esteri russo Lavrov. “I risultati
- ha affermato la titolare della Farnesina, Federica Mogherini - dipendono dalle scelte
politiche che la Russia farà in queste ore”. Ma il tema che ha riunito a Roma più
di 40 delegazioni di Paesi e organizzazioni internazionali è la transizione libica.
A due anni e mezzo dalla caduta di Gheddafi, la Libia patisce una forte instabilità
istituzionale e una preoccupante mancanza di sicurezza interna. Proprio sulla sicurezza
il ministro degli Esteri libico, Mohammed Abdullah Aziz ha incassato l’aiuto della
Comunità internazionale. “Progetti concreti - ha detto la sua omologa italiana Mogherini
- come quello che ha già visto l’Italia in azione nell’addestramento delle forze di
sicurezza libiche. Anche con l’aiuto delle Nazioni Unite - era presente il rappresentante
speciale Onu - la Libia riuscirà a superare le fratture politiche interne, ad integrare
le tante milizie che si autogestiscono e a costruire uno Stato che rispetti i diritti
umani, perché una Libia sicura rende più sicuri il Mediterraneo, l’Europa, gli Stati
Unii e la Comunità internazionale.