2014-03-06 12:58:59

Si vota il 16 marzo in Crimea il referendum sull'adesione alla Russia


Il Consiglio di sicurezza nazionale russo si è riunito per valutare la situazione in Ucraina anche
alla luce della decisione del parlamento della Crimea di indire un referendum per far aderire la penisola alla Russia. Il 16 marzo prossimo, i cittadini della Crimea dovranno scegliere se restare in Ucraina o aderire alla Russia. Ma oggi stesso il parlamento della Crimea ha votato in favore dell'adesione della regione alla Russia come soggetto della Federazione Russa. E nella città di Kharkiv, nella regione orientale russofona dell'Ucraina, oggi circa 5.000 filorussi sono scesi in piazza chiedendo un referendum per avere maggiore autonomia da Kiev e protestando contro la ripresa del percorso di integrazione europea dell'Ucraina e contro un eventuale ingresso nella Nato. Intanto, sono stati bloccati a un check-point gli osservatori dell'Osce che oggi cercavano di raggiungere la Crimea. Degli equilibri in atto e dell'impegno delle diplomazie occidentali, Fausta Speranza ha parlato con Daniele De Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all'Università del Salento:RealAudioMP3

R. – Credo che tutti stiano prendendo tempo, sia ad est che ad ovest. Come credo sia logico e razionale in una situazione del genere. L’Unione Europea prende il suo tempo, gli Stati Uniti lo stesso, la Nato non si esprime ancora e lo stesso deve fare la Russia. Certo, il referendum indetto dal parlamento della Crimea è una forte accelerazione, anche perché è un referendum che si terrà a brevissimo. Quindi, sì, è necessario prendere tempo ma senza esagerare.

D. – Che dire del fatto che è stato fissato il referendum per i cittadini ma nel frattempo il Parlamento ha già votato per l’annessione alla Russia...

R. – Bisogna stare attenti: sì, ha votato per l’annessione alla Russia, però il referendum parla - da quello che si legge - di un aumento dell’autonomia della Crimea all’interno dell’Ucraina. Le notizie che arrivano a volte sono un po’ contraddittorie. Quindi, in questo momento forse dobbiamo veramente prendere tempo e vedere come si sistemano le cose.

D. – A proposito di attesa: c’è il Consiglio straordinario europeo oggi pomeriggio a Bruxelles. Cosa aspettarsi?

R. – Quello che ci si può aspettare è quello che è stato dichiarato da più parti, ovvero, possibili sanzioni. È possibile anche che alcune sanzioni possano essere prese nei confronti della Russia ma, se devo essere sincero, credo a sanzioni estremamente “light”. Dobbiamo sempre ricordare che attraverso l’Ucraina passa gran parte della fornitura di gas che serve all’Europa, ma soprattutto che molte delle compagnie, delle aziende europee, fanno affari con la Russia e sicuramente non vogliono perdere questa opportunità. Se ci fossero forti sanzioni economiche nei confronti della Russia, la Russia stessa sarebbe costretta a bloccare molti dei rapporti con le aziende europee. Credo che nessuno di noi si possa permettere questo.

D. – Dagli Stati Uniti è stata fatta la richiesta a Mosca di colloqui diretti tra la Russia e l’Ucraina...

R. – Ci saranno sicuramente. Penso che, in maniera segreta, non si siano mai interrotti definitivamente i contatti tra le due parti. Solo in caso di guerra esplicita i contatti si interrompono. Quindi, non so se nelle prossime ore ci potranno essere questi contatti, ma sicuramente un contatto bilaterale tra Mosca e Kiev è assolutamente necessario e credo che le due parti lo auspichino.

D. – Quali altri fattori pensare che debbano essere messi in gioco?

R. – A questo punto, non voglio usare mie parole ma consiglio la lettura di un’ottima analisi fatta dall’ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger. Suggerisce che Est ed Ovest devono considerare molte cose che si trovano sul tavolo. L’Occidente deve prendere in considerazione l’ipotesi che mai la Russia ha considerato, o considera, cioè l’Ucraina come parte completamente staccata dalla Russia stessa. E' assolutamente necessario che l’Ucraina non venga spinta a fare una scelta tra Est ed Ovest, ma che possa essere proprio l’anello di congiunzione tra Est ed Ovest e, fondamentalmente – questa è una cosa che deve essere tenuta presente – non bisogna assolutamente fare pressioni sull’Ucraina perché entri nella Nato. Se l’Ucraina dovesse, per qualsiasi ragione, entrare nella Nato, allora sì che dovremmo preoccuparci di una possibile mossa russa.







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