2014-03-05 08:30:33

Thailandia: si apre la campagna elettorale, ancora in piazza gli antigovernativi


Da oggi la Thailandia è di nuovo in campagna elettorale. Mentre il governo provvisorio si avvia allo scioglimento legale il 1° aprile e si attende la decisione della Corte costituzionale sull'eventuale annullamento delle contrastate elezioni per la Camera dei Rappresentanti del 2 febbraio, i thailandesi guardano al prossimo voto per il Senato, mentre non cessano le contestazioni antigovernative. Da Bangkok Stefano Vecchia:RealAudioMP3

Molti si interrogano ovviamente sul senso di questa consultazione, data la prospettiva di ingovernabilità. Pochi si dicono certi anche che l'esecutivo, di fatto privo di poteri che non siano di ordinaria amministrazione e di gestione della crisi, possa addirittura arrivare alla data del voto il 30 marzo. Alla Corte costituzionale è infatti stato chiesto di deliberare sulla legalità della permanenza in carica del governo, passati i 30 giorni dal voto di febbraio ancora senza risultato ufficiale. Inoltre, a giorni, la Commissione nazionale anti-corruzione dovrà pronunciarsi sulle responsabilità della premier Yingluck Shinawatra nella controversa politica nazionale e eventualmente avviarne l'impeachment. Una bomba è esplosa questa notte proprio vicino alla sede della commissione, senza fare vittime, ma è un segnale che la sempre più complessa partita per il controllo del Paese continua a giocarsi su tre piani: quello formale della politica e della legalità; quello della piazza con sempre più attori e rischi elevati di scontro definitivo; infine quello delle tensioni e violenze che hanno provocato 23 morti e 740 feriti dal 30 novembre. La protesta, che si è raccolta da lunedì nel solo grande presidio nel parco cittadino di Lumpini, continua intanto le sue azioni dimostrative in una capitale meno tesa e meno sconvolta nella vita quotidiana ma anche più presidiata dai militari. Da questa mattina è in corso il blocco della sede centrale del Partito Puea Thai, maggioritario nel governo. Le forze filo-governative, da parte loro, proseguono nelle provincie settentrionali una campagna a favore dell'esecutivo segnata anche da tentazioni secessioniste.







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