Le Ceneri. Il Papa: Quaresima è invito a tornare a Dio perchè qualcosa non va nella
società e nella Chiesa
La Quaresima è un invito a tornare a Dio, perché “qualcosa non va bene in noi, nella
società e nella Chiesa e abbiamo bisogno di convertirci”. Così il Papa celebrando
mercoledì pomeriggio presso la Basilica di santa Sabina sull’Aventino il Mercoledì
delle Ceneri. “Viviamo in un mondo sempre più artificiale dove – ha detto il Pontefice
– senza accorgercene escludiamo Dio dal nostro orizzonte”. “La Quaresima – è stata
l’esortazione – viene a risvegliarci dall’inerzia e dalla routine per “andare oltre
il nostro orticello”. Prima della Messa, la processione penitenziale dalla Chiesa
di Sant’Anselmo all’Aventino. Il servizio di Paolo Ondarza:
Preghiera, digiuno,
elemosina per non farsi dominare dalle cose che appaiono, perché “quel che conta –
spiega Papa Francesco - non è l’apparenza o il successo, ma quanto abbiamo dentro”:
questi tre elementi caratterizzano il cammino quaresimale che comprende la croce e
la rinuncia. Il Papa li ha indicati invitando ad “aprirsi a Dio e ai fratelli” in
un mondo sempre più artificiale, in “una cultura del fare e dell’utile”, dove senza
accorgercene “escludiamo Dio dal nostro orizzonte”. “La Quaresima – ha detto – ci
chiama a riscuoterci, a ricordarci che siamo creature e non siamo Dio”:
"Quando
io guardo nel piccolo ambiente quotidiano alcune lotte di potere per spazi, io penso:
'Ma, questa gente gioca a Dio Creatore!'. Ancora non se ne sono accorti che non sono
Dio!".
La preghiera – ha spiegato il Santo Padre – è la forza del cristiano
e di ogni credente. Nella debolezza e nella fragilità della vita possiamo rivolgerci
a Dio con la fiducia di figli con una preghiera, “capace di farsi carico delle necessità
dei fratelli” in povertà o sofferenza:
"Dinanzi a tante ferite che ci fanno
male e che ci potrebbero indurire il cuore, noi siamo chiamati a tuffarci nel mare
della preghiera, che è il mare dell’amore sconfinato di Dio, per gustare la sua tenerezza".
“Il
digiuno – ha proseguito Papa Francesco – comporta la scelta di una vita sobria, che
non spreca, non scarta”. “Digiunare aiuta ad allenare il cuore all’essenzialità e
alla condivisione: è un segno di presa di coscienza e di responsabilità di fronte
ad ingiustizie e soprusi specialmente nei confronti dei poveri e dei piccoli; è segno
della fiducia riposta in Dio e nella provvidenza:
"Dobbiamo stare attenti
a non praticare un digiuno formale, o che in verità ci 'sazia' perché ci fa sentire
a posto. Il digiuno ha senso se veramente intacca la nostra sicurezza, e anche se
ne consegue un beneficio per gli altri, se ci aiuta a coltivare lo stile del Buon
Samaritano, che si china sul fratello in difficoltà e si prende cura di lui".
Espressione
di quella gratuità che dovrebbe caratterizzare ogni cristiano che da Dio ha ricevuto
tutto gratuitamente è, infine, l’elemosina: si da a qualcuno da cui non ci si aspetta
di ricevere qualcosa in cambio. Un‘azione spesso estranea dalla vita quotidiana dove
– ha constato il Papa - tutto è calcolo e misura, tutto si vende e si compra”:
"L’elemosina
ci aiuta a vivere la gratuità del dono, che è libertà dall’ossessione del possesso,
dalla paura di perdere quello che si ha, dalla tristezza di chi non vuole condividere
con gli altri il proprio benessere".
Ma perché dobbiamo tornare a Dio come
esortano le Scritture? “ Perché – è la risposta del Papa - qualcosa non va bene in
noi, nella società e nella Chiesa e abbiamo bisogno di cambiare, di convertirci”.
“La Quaresima – ha concluso – viene a ricordarci che è possibile realizzare in noi
e attorno a noi qualcosa di nuovo, perché Dio è fedele e pronto a perdonare e a ricominciare
da capo”.