Ucraina, Putin parla di colpo di Stato. La Chiesa locale: i russi tornino nel proprio
Paese
Il leader del Cremlino, Vladimir Putin, definisce la caduta dell'ormai ex presidente
ucraino Ianukovich e la conseguente instaurazione di un nuovo governo a Kiev "un'azione
incostituzionale" e "una presa del potere con le armi". Secondo Putin, al momento
"non c'è la necessità" di inviare truppe russe in Ucraina, anche se "la possibilità
rimane". In ogni caso, il presidente russo sottolinea che "la Russia si riserva il
diritto di ricorrere a tutti i mezzi per proteggere i russi in Ucraina". E poi Putin
avverte: Mosca non riconoscerà le presidenziali ucraine fissate per il 25 maggio se
si svolgeranno in una atmosfera di terrore. Le dichiarazioni di Putin fanno seguito
all'annuncio da parte della Gazprom: a partire da aprile la Russia cancellerà lo sconto
sul gas concesso a dicembre all'Ucraina. Da parte sua, gli Stati Uniti sospendono
le trattative in corso con la Russia per aumentare gli scambi commerciali e gli investimenti.
Mosca risponde spiegando che se sarà oggetto di sanzioni sarà costretta a lasciare
il dollaro per altre valute e creare il proprio sistema di calcolo e pagamenti. Per
sentire la voce della Chiesa nella crisi ucraina, Fausta Speranza ha intervistato
padre Mykhaylo Dymyd dell'Università cattolica di Leopoli:
R. - Il popolo
è molto calmo ma anche ansioso. In tutto il Paese ci sono tanti volontari che si offrono
se necessario a difendere il Paese. Tutti sentono il bisogno di unità, unità che va
oltre la lingua, la religione e le origini. Queste cose in Ucraina non sono mai state
un problema. L’Ucraina è sempre stata un Paese con tante persone di origini diverse.
D.
- In tutto questo, qual è la voce della Chiesa?
R. - Sul mio profilo Facebook
tanta gente mi chiede: “Ma adesso che noi preghiamo insieme, forse possiamo anche
raggiungere l’unità di tutte le Chiese in Ucraina”. La gente quindi ne risente di
tutto questo. Oggi, un vescovo legato al Patriarcato di Mosca ha scritto chiaramente
che noi dobbiamo dire che l’invasore è la Russia. Noi chiediamo quindi alla Russia
di tornare nel proprio Paese perché noi possiamo farcela da soli. Lo stesso vescovo
lo conferma e questo offre grande speranza, perché vuol dire che tutti noi cerchiamo
la verità ed anche se è molto difficile la troviamo e la esprimiamo. Il Consiglio
delle organizzazioni religiose di Kiev, dove ci sono rappresentanti della Chiesa greco
cattolica, della Chiesa cattolica romana, di diverse confessioni ortodosse - ci sono
tre grandi rami della Chiesa ortodossa in Ucraina - tutti hanno firmato un documento
per chiedere all’esercito russo di lasciare l’Ucraina, perché l’Ucraina non ha bisogno
di loro ma può farcela da sola. Io voglio ringraziare tutti quelli che nel mondo hanno
pregato per la pace in Ucraina e questo aiuta il popolo ucraino a essere calmo in
questa “tempesta” che sta vivendo. Volevo dire inoltre che il popolo ucraino confida
nella sua grande fede in Dio.