Nuovo accordo sulla legge elettorale. Italicum solo alla Camera
Il premier Renzi ha definito un importante passo in avanti il nuovo accordo con Forza
Italia sulla legge elettorale. In sostanza, l’Italicum sarà approvato solo alla Camera.
Ora il nuovo accordo è all’esame dell’aula di Montecitorio. Giampiero Guadagni L’accordo
sull’Italicum è dunque più vicino. Il nodo politico più intricato è stato infatti
sciolto. L’entrata in vigore della nuova legge elettorale viene vincolata all’entrata
in vigore della riforma del Senato, così come chiedevano il Nuovo centrodestra e la
sinistra del Pd, che paventavano un ritorno alle urne in tempi ravvicinati. Dopo un
vertice con lo stato maggiore di Forza Italia, Berlusconi ha dato il via libera all’ipotesi
di applicare il nuovo sistema di voto solo alla Camera. Un atto di collaborazione
nell’interesse del Paese, spiega l’ex premier che però esprime il suo grave disappunto
per le difficoltà di Renzi a garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi
pubblicamente realizzati. ”Ha prevalso la ragionevolezza”, commenta l’ex ministro
delle Riforme Quagliariello, del Nuovo Centrodestra. Accordo positivo, il cammino
delle riforme prosegue, sottolinea il portavoce della segreteria del Pd Guerini. Già
in mattinata Matteo Renzi aveva diffuso ottimismo, twittando: ce la faremo e per l’Italia
sarà una vera rivoluzione. E in serata da Tunisi, suo primo viaggio da premier, Renzi
risponde a Berlusconi: era esattamente quanto avevamo concordato, ed è secondario
il fatto che il Senato abbia o meno una norma elettorale, nel momento in cui si decide
di abolirlo. Entro fine settimana, probabilmente, sull'Italicum ci sarà il il via
libera di Montecitorio.
Una decisione che ha fatto discutere e che ha diviso
i partiti anche al loro interno. Alessandro Guarasci ha sentito il costituzionalista
Stefano Ceccanti
R.
- A me non sembra che sia una scelta sensata, perché deve sempre essere possibile
votare con due sistemi razionali. Ora, finché Camera e Senato danno tutti e due la
fiducia al governo, i sistemi devono essere il più possibile simili, non divaricanti.
Questo è il nodo. Capisco il ragionamento di Renzi, di Berlusconi, di Alfano, di dire:
la facciamo solo per la Camera perché poi il Senato lo cambieremo e gli toglieremo
la fiducia. Però, può capitare che in modo non voluto si debba andare a votare nel
frattempo e quindi rischiamo di votare con un sistema che spinge a creare una maggioranza
molto netta alla Camera e che non la darebbe al Senato. Non possiamo non preoccuparci
anche di cosa succede in questa eventualità. Per questo non mi sembra che sia il migliore
degli accordi possibili, anzi lo trovo francamente piuttosto irrazionale.