Nigeria. Il vescovo di Maiduguri: noi senza più difese
Allo stremo e, ciò che forse fa più male, abbandonati dallo Stato: mons. Oliver Dashe
Doeme, il vescovo di Maiduguri, descrive così all'agenzia Misna i sentimenti degli
abitanti della sua diocesi dopo gli attentati e le violenze che nel fine-settimana
hanno causato più di 80 vittime.
“A Maiduguri – dice mons. Dashe Doeme – gli
abitanti sembrano affidare ormai le proprie richieste di sicurezza soprattutto alle
Forze congiunte civili, le ronde di volontari che presidiano gli ingressi della città
e dei quartieri per impedire attentati”. Sabato né queste pattuglie improvvisate né
le centinaia di soldati giunti a Maiduguri nell’ultimo anno sono bastati per impedire
l’esplosione di due autobomba nei pressi del mercato cittadino. Le deflagrazioni hanno
causato più di 50 vittime, quasi tutti civili. Alcuni di loro sono stati uccisi dall’esplosione
di un secondo ordigno mentre cercavano di soccorrere le persone ferite pochi minuti
prima.
A Maiduguri e nella regione di Borno, della quale la città è capoluogo,
i rinforzi dell’esercito sono arrivati a seguito dell’entrata in vigore di uno stato
di emergenza nel nord-est della Nigeria nel maggio scorso. Secondo mons. Dashe Doeme,
responsabile di una diocesi al confine con il Ciad, il Niger e il Camerun dove la
popolazione è in stragrande maggioranza musulmana, i soldati inviati da Abuja sono
demotivati e male equipaggiati. “Il governo destina grandi risorse alla sicurezza
– sottolinea il vescovo - ma c’è il sospetto che la corruzione ne sottragga una buona
parte”. Di soldati demoralizzati e senza i mezzi necessari aveva parlato di recente
anche il governatore di Borno, Kashim Shettima. Una lettura dei fatti accreditata
anche dalla strage degli studenti di Buni Yadi, una cittadina situata nella regione
di Yobe, sempre parte della diocesi di Maiduguri. Secondo mons. Dashe Doeme, sono
trascorse prima che le forze di sicurezza raggiungessero l’istituto scolastico preso
d’assalto dal commando di Boko Haram. “In altre occasioni – aggiunge il vescovo –
i soldati sono stati stati messi in fuga da gruppi armati meglio di loro”. (R.P.)