Rapporto Retinopera: progresso sociale è più grande del solo sviluppo economico
Il progresso di una società non dipende solo da parametri economici, ma anche da una
serie di fattori relazionali, sociali e ambientali. Questo il principio ispiratore
del terzo Rapporto sul bene comune, presentato ieri dall’associazione Retinopera.
Lo studio ha preso in considerazione anche indicatori quali il diritto alla vita,
la solidarietà e l’attenzione all’ambiente delle diverse regioni italiane. Ne parla
Franco Pasquali, coordinatore di Reti in opera, al microfono di Antonella
Pilia:
R. - Questo
Osservatorio è nato dall’esigenza di far "leggere" il Paese con lenti anche diverse
rispetto al solo sviluppo economico, ma guardando anche allo sviluppo che proviene
dalla persona, dalla centralità della persona, dalla sua dignità, richiamata in modo
molto forte dal compendio della Dottrina Sociale. Quindi, questo Osservatorio ci fa
vedere nuove energie su cui l’Italia può puntare. E questo noi riteniamo sia un elemento
di contributo che non diamo solo alle nostre associazioni, ma a tutto il Paese.
D.
- Cosa emerge da questo Rapporto?
R. - Questo Rapporto ci dice che il Paese
comincia a risentire della crisi, com’era inevitabile… Le differenze nel Paese diventano
più forti tra nord e sud, quindi mentre prima avevamo un Paese più omogeneo, adesso
diventa un po’ più differenziato. E questo anche in segnali come l'indicatore della
partecipazione che, tutto sommato, non dovrebbe risentire direttamente degli aspetti
economici, o come anche la famiglia nelle sue varie espressioni. Sono tutti dati che
dimostrano come la crisi stia incidendo anche nel vivo antropologico del Paese.
D.
- Quali fattori avete preso in considerazione?
R. - Ci siamo concentrati su
alcuni ambiti di lettura della famiglia: economia e lavoro, persona, Stato e servizi,
società, ambiente, corpi intermedi e partecipazione. Dentro di essi, abbiamo individuato
una serie di indicatori che indubbiamente trovano rispondenza nelle sollecitazioni
del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa.
D. - Nell’ambito dei diritti
alla persona, quali sono i risultati più interessanti?
R. - Quando parliamo
di persone vediamo che c’è tutto un Paese che indubbiamente regge di più e dove vediamo
anche, per esempio, un Sud del Paese che ha una sua significanza interessante. Anche
se, come dicevo prima, purtroppo rispetto agli anni precedenti si registra un calo.
Per quando riguarda, per esempio, la famiglia vediamo come nel nostro Paese la prima
regione in assoluto per il 2014 sia in questo caso la Valle d’Aosta e poi dopo, via
via, abbiamo il Trentino, la Lombardia, ma abbiamo anche il Molise, che dà dei dati
molto interessanti. Magari quando si cita il Molise non si è portati a vederlo come
un elemento di interesse nel Paese. Invece, per quanto riguarda la centralità della
persona, ha un’ottima performance.
D. - Nell’ambito lavorativo, resiste
l’immagine di un Meridione in ritardo che insegue il Nord Italia…
R. - Esatto.
Questo si conferma e in molti indicatori vediamo, per esempio, che una regione che
aveva avuto delle ottime performance, come il Lazio, che sta perdendo delle
posizioni. Abbiamo visto come invece la Calabria, che negli anni scorsi era nelle
posizioni più arretrate, stia sicuramente recuperando alcune posizione.
D.
– Cosa emerge, invece, nel campo della sensibilità all’ambiente?
R. - Nel campo
dell’ambiente, vediamo primeggiare realtà quali la Sardegna, che peraltro si riconferma
come una delle regioni più considerate per questo ambito anche a livello europeo.
Emerge anche una porzione molto interessante della Campania, la quale è a metà classifica
per quanto riguarda i temi ambientali, nonostante la drammaticità dei problemi come
quello della "Terra dei fuoch"i, un tema delicatissimo ma circoscritto.