Militari Russi in Crimea. Obama avverte: un’invasione in Ucraina avrebbe un costo
Il presidente ad interim ucraino Oleksandr Turchynov accusa la Russia di aggressione,
dopo il dispiegamento di Mosca di duemila militari in Crimea. In un messaggio televisivo
Turchynov sottolinea che la Russia sta "tentando di provocare" la reazione di Kiev
per scatenare un "conflitto armato". Intanto nella notte si è riunito il Consiglio
di Sicurezza dell'Onu, mentre il presidente Usa Obama ha espresso profonda preoccupazione.
Massimiliano Menichetti:
Ogni intervento
armato nella crisi ucraina “sarebbe profondamente destabilizzante per il Paese e potenzialmente
pericoloso" e, "sarebbe una chiara violazione dell'impegno russo al rispetto dell'indipendenza,
della sovranità e delle frontiere dell'Ucraina, delle leggi internazionali". Così
nella notte il presidente statunitense Barak Obama è intervenuto sulla crisi in atto.
Pur ribadendo i legami tra i due Stati Obama ha evidenziato che la violazione della
sovranità dell'Ucraina “avrebbe un costo”, e che questo non sarebbe nell'interesse
del Paese, della Russia o dell'Europa. Ieri nei pressi di Sinferopoli, capitale della
Crimea, sono atterrati 13 aerei militari russi ognuno con a bordo 150 paracadutisti
per un totale di 2.000 soldati. Questo mentre Kiev ha ufficialmente chiesto a Mosca
l'estradizione dell'ex presidente Viktor Yanukovych. Nella notte il Consiglio di Sicurezza
dell'Onu si è riunito, a porte chiuse, sulla crisi in Crimea e la Casa Bianca ha fatto
anche filtrare la notizia che il presidente Obama potrebbe non essere presente al
prossimo vertice del G8 in programma a giugno a Sochi. Anche gli alleati europei starebbero
pensando al boicottaggio del summit. In questo scenario in cui l'Unione Europea definisce
"legittimo" il nuovo governo transitorio di Kiev e si dice "pronta a firmare" un accordo
di associazione con l'Ucraina, il deposto presidente Yanukovich è riapparso a Rostov
sul Don, in Russia. In una conferenza stampa l’ex capo di Stato ha parlato di "politica
irresponsabile" dell'Occidente e di una "sceneggiatura” per la crisi “non scritta”
in Ucraina.