Troppa burocrazia anche in agricoltura. Scanavino nuovo presidente Cia
Le aziende agricole italiane spesso hanno produzioni di qualità, ma il loro lavoro
giornaliero è frenato da una burocrazia asfissiante. E’ quanto emerge da un’indagine
della Confederazione Italia Agricoltori, presentata questo giovedì a Roma nel corso
dell’assemblea nazionale che ha eletto il nuovo presidente. Sentiamo Alessandro
Guarasci Semplificare.
E’ questa la via maestra per rilanciare le aziende italiane. E il discorso vale anche
per l’agricoltura. Il "mostro" della burocrazia negli ultimi dieci anni ha ''divorato''
100 mila imprese di questo settore, costrette a chiudere per il peso opprimente dei
tremendi costi e della farraginosità dei rapporti con la Pubblica amministrazione.
I costi sono enormi: oltre 7 miliardi l'anno. E questo nonostante la produzione italiana
sia di qualità, come dice il neo presidente della Cia, la Confederazione Italiana
Agricoltori, Dino Scanavino “L’agricoltura ha contribuito, più di altri,
a fermare il declino del Pil: siamo dei bravi produttori, ma non abbiamo margini.
Mentre i nostri competitori, anche europei, hanno delle performance in termini di
reddito migliori. Questo è da ricercare nelle infrastrutture che regolano l’economia
italiana: costano, fanno perdere tempo e, molte volte, espongono anche al rischio
di sanzioni gravi. Per cui disincentivano anche la capacità imprenditoriale”. Il
nuovo ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, promette un marchio 'Italia' che
valorizzi le eccellenze agroalimentari del paese e le tuteli nel mondo. E un nodo
fondamentale è rafforzare i redditi degli agricoltori: su 100 euro di spesa in prodotti
agricoli freschi solo 1,8 euro, al netto di salari e ammortamenti, rimangono nelle
tasche dei produttori.