Tribunale apre all'utero in affitto. Scienza e Vita: non è soluzione, ma speculazione
su sofferenza
Fa discutere la sentenza del Tribunale di Milano che ha riconosciuto il "diritto alla
genitorialità" ad una coppia italiana che, aggirando i limiti posti dalla Legge 40,
ha pagato 30mila euro una clinica in Ucraina per avere un figlio tramite utero in
affitto. Il servizio è di Paolo Ondarza:
Assolti dal
reato di alterazione di stato civile. Un uomo e una donna, impossibilitati ad avere
figli ricorrono attraverso una clinica di Kiev alla pratica dell’utero in affitto,
vietata in Italia. Dopo nove mesi, 30 mila euro pagati alla struttura sanitaria, un
compenso alla gestante ucraina, i due tornano in patria con il "bimbo comprato" chiedendo
un riconoscimento di paternità. Il Tribunale di Milano glielo accorda evocando un
“diritto alla genitorialità”. Il commento di Domenico Coviello, co-presidente
di "Scienza e Vita":
R. - Ogni diritto ha limiti e ogni diritto ha vari mezzi
per essere realizzato. Per una coppia, la possibilità di essere genitori ha varie
strade. Non bisogna dimenticare la possibilità dell’adozione e ci sono mezzi legali
che non ledono un altro essere umano. In questo caso la sentenza ha permesso di avallare
un principio che pure andando incontro a un desiderio dei genitori di avere figli,
però non tiene conto dell’utilizzo di un altro essere umano a scopo di commercio.
D.
– Infatti ci sono, oltre alla coppia richiedente, la madre che affitta l'utero e
il bambino?
R. – Sappiamo benissimo che un bambino durante la gestazione ha
già con la madre una relazione, ha da lei un imprinting... Queste ormai sono
evidenze di recenti scoperte scientifiche, parliamo dell'“epigenetica”.
D.
– Va poi detto che secondo gli esperti e giuristi, il cosiddetto diritto assoluto
alla genitorialità non esiste. Se così fosse sarebbe lecito l’acquisto di minori…
R.
– Sicuramente la Sanità quando è possibile, con i mezzi leciti, che non ledono altre
persone, deve aiutare la coppia ad avere figli. Questo è permesso in Italia, tanto
è vero che la Legge 40 ammette la fecondazione assistita con i paletti che conosciamo.
Diverso è invece utilizzare qualsiasi mezzo che la scienza mette a disposizione solo
perchè si hanno le condizioni economiche per soddisfare il desiderio di essere genitori
pagando chi magari nella sofferenza o è costretto a donare gli ovociti o a prestare
l’utero
D. - Stiamo parlando di uno dei commerci più lucrosi al mondo, quello
della maternità, che vede come vittime le donne che affittano il loro utero anche
solo per arrivare alla fine del mese...
R. – Esattamente. Non si può utilizzare
la necessità delle donne che si trovano in condizioni di particolare disagio per poter
soddisfare il desiderio di altre donne di essere madri.
D. – Ed è la stessa
Costituzione all’articolo 30 a sottolineare come la responsabilità genitoriale sia
conseguenza della procreazione e non della scelta di essere o non essere genitori.
Se così non fosse si aprirebbero una serie di innumerevoli casi in cui sotto il diritto
alla genitorialità verrebbe legittimato il ricorso a qualsiasi pratica, quindi anche
alla pratica dell’utero in affitto vietata in Italia…
R. – Sì, esattamente.
In gioco non c’è solo la coppia che ha il desiderio di essere genitrice, ma c’è la
donna che rinuncia al proprio figlio dopo averlo portato in grembo e viene danneggiata
dal commercio del proprio corpo.