Mons. Tomasi: il negoziato sulla Siria non procede bene, Usa e Russia spingano per
la pace
La rappresentanza vaticana presso gli uffici Onu di Ginevra sta seguendo numerose
questioni calde dell'attualità internazionale. Tra queste, c'è il negoziato sulla
Siria che sta segnando il passo. Per fare il punto sulle tematiche trattate, Gabriele
Beltrami ha intervistato mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente
della Santa Sede presso l’Ufficio Onu della città elvetica:
R. - In questo
momento tra le priorità politiche per il rispetto dei diritti umani, la questione
della pace nel Medio Oriente e in altre parti del mondo come nell'Africa, nella Repubblica
Centrafricana, in Ucraina, nel sud del Sudan e in altri Paesi, rimane una grande priorità
della comunità internazionale. E questa preoccupazione di trovare soluzioni pacifiche
e di ricostituire la vita civile, normale, domina anche il mondo diplomatico di Ginevra.
In particolare, per quanto riguarda la Siria il negoziato non procede molto bene,
nel senso che siamo ancora ai primi passi del dialogo. Speriamo che anche per la Siria
l'incontro della delegazione del Governo e di quella dell'opposizione si sviluppino
in maniera tale che si arrivi il più presto possibile a un cessate il fuoco e all'apertura
di corridoi umanitari per aiutare la gente disperata e in grande necessità di medicinali
e di cibo. Del resto il problema della Siria è legato alla buona volontà e alla determinazione
soprattutto dei grandi poteri come gli Stati Uniti e la Federazione Russa di voler
arrivare ad un compromesso e quindi ad un accordo che porti l'inizio della riconciliazione
tra le varie fazioni, tra i vari gruppi che costituiscono la Siria e, in questa maniera,
ricominciare da capo una democrazia che abbia spazio per cristiani e musulmani, per
sciiti e sunniti, curdi e, in base alla cittadinanza di tutti come uguaglianza, costruire
un futuro migliore.
D. - La nunziatura ha in programma qualche iniziativa
specifica per sbloccare la situazione?
R. - Per aiutare e dare un segnale di
partecipazione in questo processo viene invitato a Ginevra il patriarca maronita,
il cardinale Bechara Rai: sarà agli inizi di aprile con una conferenza sulle condizioni
per la pace nel Medio Oriente alle Nazioni Unite di Ginevra. E' un passo che mi pare
possa aiutare a far vedere come le religioni possono essere un cammino di pace, possano
facilitare l'accordo tra gruppi diversi e mediare, in qualche maniera, un futuro più
sereno per le popolazioni del Medio Oriente.
D. - Quali tra le altre situazioni
di crisi state monitorando più da vicino?
R. - Un altro tema scottante e
che preoccupa è la questione dell'Ucraina perché mette, in un certo senso, in questione
alcuni presupposti nelle relazioni fra la Federazione Russa e l'Unione Europea. Il
popolo sembra che stia votando con i piedi, attraverso le proteste che sta facendo,
per una scelta di una certa autonomia nazionale e politica che si tenga indipendente
da controlli economici, controlli militari che vengano dal di fuori del Paese. L'Ucraina
è un grande Paese con una grande tradizione anche se ha una presenza occidentale più
pro-europea e una orientale più pro-russa, ma è importante che rimanga un solo Paese
e che ci sia la buona volontà di servire come ponte tra il mondo slavo e il mondo
occidentale. Se questo può avvenire sarà un contributo unico che l'Ucraina offre e
servirà non solo a mantenere la pace tra i due polmoni attraverso i quali respira
l'Europa, ma ad aiutare un intercambio più efficace e un contributo più genuino tra
le due parti che costituiscono il mondo che è nato dal cristianesimo e che costituisce
le due parti dell'Europa.
D. - Passando al delicato e cruciale tema dei diritti
umani, su quali fronti vi state concentrando?
R. - La 25.ma sessione del
Consiglio dei Diritti Umani comincia tra qualche giorno e ritornano alcuni temi di
carattere politico che riguardano i Paesi dove la violenza porta alla discriminazione
e alla violazione dei diritti umani più fondamentali, specialmente dei civili e delle
minoranze. La missione della Santa Sede ha in programma di intervenire su alcuni aspetti
che vengono trattati in questa sessione come il diritto al cibo, la prevenzione della
violenza contro i bambini e la libertà religiosa per tutti. Questi sono alcuni semplici
aspetti su cui si cercherà di dire una parola costruttiva, rispondente alle esigenze
della situazione mondiale di oggi. Certamente c'è spazio per esprimere la presenza
della Santa Sede attraverso la difesa e il sostegno e la presentazione di quei valori
cristiani che servono non solo a rafforzare la famiglia umana come un'unità che ha
bisogno di solidarietà, ma anche una continuità nel progresso del diritto sopra la
forza e sopra il sopruso degli individui o di gruppi. Mi pare che, vicino in particolare
alla Dottrina Sociale della Chiesa, un tema che verrà trattato in questa sessione
riguarda il diritto allo sviluppo, il diritto alla solidarietà: sono diritti difficili
da definire, per cui ci sono gruppi di lavoro impegnati in questa ricerca. In questa
maniera si dovrà continuare a lavorare per cercare strade sempre più precise perché
questi grandi principi sociali possano diventare efficaci nel rendere la comunità
internazionale sempre più conforme agli obiettivi che le Nazioni Unite si propongono,
cioè di creare un mondo senza violenze e nella possibilità per ogni persona di svilupparsi
secondo i suoi talenti.