2014-02-27 20:20:08

Il parlamento della Crimea indice un referendum per una maggiore autonomia dall'Ucraina


Il Parlamento della repubblica autonoma ucraina di Crimea ha approvato la convocazione di un referendum per estendere l'autonomia da Kiev, fissato per il 25 maggio, e destituito il governo locale. Una decisione presa nel giorno in cui Arseni Iatseniuk è stato eletto premier per la transizione dal parlamento ucraino. Intanto torna a farsi vivo il deposto capo di stato ucraino Viktor Yanukovich che si troverebbe in Russia, a Rostov sul Don. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

Si infiamma la situazione in Crimea. A Sinferopoli, capitale della repubblica autonoma, militanti filo-Mosca armati e in mimetica hanno preso il controllo del Parlamentino locale. E’ stata ammainata la bandiera ucraina e issato il tricolore russo, accanto al vessillo della repubblica di Crimea. Il blitz, che non ha causato feriti, è stato rivendicato dalle forze di autodifesa della popolazione russofona. Il Consiglio supremo ha poi destituito il governo della Crimea e ha indetto per il 25 maggio, data delle presidenziali, un referendum per accrescere l'autonomia dall’Ucraina. In risposta alle tensioni in Crimea, il ministro dell'Interno ad interim, Arsen Avakov, ha messo in allerta le forze di polizia, comprese quelle speciali. Tutto questo è avvenuto nel giorno in cui il parlamento ucraino ha confermato con 371 sì su 450, la nomina di Yatseniuk, fedelissimo di Yulia Tymoshenko, come premier per la transizione. L'ex ministro dell'Economia si è impegnato a non candidarsi alle presidenziali del 25 maggio. Intanto la Casa Bianca ribadisce che segue da vicino le esercitazioni militari russe in corso nelle vicinanze dei confini ucraini, sollecita Mosca ad evitare azioni "provocatorie" e annuncia che è pronta a sostenere economicamente Kiev. Per aiutare l’Ucraina oggi si è fatto avanti anche il Fondo monetario internazionale che invierà una missione nei prossimi giorni mentre il Parlamento europeo ha ribadito la necessità di un sostegno finanziario. In questo clima torna a farsi vivo il deposto capo di stato ucraino che si troverebbe in Russia. Yanukovich ha dichiarato che e' ancora lui il "presidente legittimo" e Mosca gli ha fatto sapere di avergli assicurato "la sicurezza personale su tutto il territorio russo".

Il timore di una possibile secessione è sempre più forte. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Aldo Ferrari, esperto dell’area ex sovietica, docente alla ‘Ca Foscari di Venezia: RealAudioMP3

R. – E’ un’eventualità possibile, ma estremamente rischiosa. Va tenuto presente che la Crimea, in quanto tale, ha uno statuto particolare, in quanto è una Repubblica autonoma. Avrebbe, quindi, una maggiore facilità nell'attuare un'eventuale secessione. E’ popolata in larga maggioranza, il 65%, da russi, tra l'altro la flotta russa è di stanza a Sebastopoli. E’ quindi una regione che ha delle potenzialità secessioniste molto forti. Si tratterebbe, però, di una svolta quanto mai negativa nelle relazioni, non solo russo-ucraine, ma anche della Russia con l’Europa. Le secessioni non sono mai una buona soluzione, soprattutto se non vengono accettate da tutti. Bisogna tener presente che in Crimea, oltre ai russi e agli ucraini, c’è anche un terzo fattore, quello dei tartari, che in questo momento hanno una posizione favorevole a rimanere in Ucraina, rispetto a quella secessionista. E’ veramente una situazione quanto mai complessa, che io spero venga risolta politicamente con molto equilibrio.

D. – Mai come in questo momento occorrerebbe un dialogo continuo tra Unione Europea e Russia...

R. – Sì, l’Ucraina dovrebbe essere il luogo dell’incontro della politica russa con quella europea, non il luogo in cui influenze contrapposte si confrontano. Questo sinora non è avvenuto: l’Europa ha appoggiato in maniera chiara l’opposizione ucraina, che adesso ha vinto, ma rimane il problema di questo Paese, che ha una situazione economica disastrosa. Non credo che l’Unione Europa sia in grado di accollarsi l’onere di questo Paese. Sarà, quindi, necessario, per evitarne il fallimento anche molto rapido, trovare una politica di cooperazione anche economica con la Federazione Russa.

D. – Preoccupano, comunque, i proclami dell’ex presidente Yanukovich, che reclama la sua posizione di capo dello Stato legittimo e chiede alla Russia di intervenire in sua difesa...

R. – Yanukovich ormai ha fallito e ha già delle imputazioni internazionali. Resta il fatto che le modalità con cui è stato abbattuto sono quanto mai discutibili. E’ stato destituito non un dittatore, ma un presidente eletto liberamente. Io ho la sensazione che in Europa ci si siano schierati in maniera troppo unilaterale e troppo superficiale a favore dell’opposizione, senza considerare le ragioni non della Russia, ma di quella parte di Ucraina che, precedentemente, aveva votato in maniera differente.







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